giovedì 27 dicembre 2007

"Jekyll & Hyde"

Jekyll & Hyde - Teatro delle Celebrazioni, 22.12.2007

 

Diciamocelo subito: ci vorrebbero altre compagnie coraggiose come quella del Teatro Stabile degli Abruzzi. Sono rimasta più che sorpresa quando ho scoperto che questa compagnia regionale stava portando in tour un musical completamente inedito in Italia, e che la scelta era caduta non tanto su un jukebox musical con canzoni già conosciute, né su uno spettacolo divertente e scanzonato, ma su un'opera complessa e "pesante" come Jekyll & Hyde (tra parentesi, una delle mie preferite... )

 

La storia segue la versione andata in scena a Broadway nel 1997, includendo però la canzone "Bring on the men" come presentazione per Lucy, piuttosto che la decadente "Good'n'evil" (cambio in meglio, IMHO). Certo, dalla versione di Broadway sono stati tagliati alcuni bei pezzi ("Girls of the night", "The world has gone insane"), che quindi sono andati persi anche in italiano. Peccato, perché non mi sarebbe dispiaciuto vedere Giò Di Tonno affrontare “The world has gone insane”…  Conoscendo molto bene lo score originale, non ho trovato momenti di lentezza all'interno della trama, anche se mi sono resa conto che il primo atto non finiva più. In effetti, a minutaggio di orologio, è quasi una ventina di minuti più lungo del secondo (sarà anche perché tutte le canzoni citate prima sono state tagliate dal secondo atto?)


Tutto il cast era ottimo. L'unica nota un po' meno positiva per me è stato l'attore che interpretava John Utterson, non tanto per il suo accento straniero, quanto per la sua impostazione lirica, che stonava un po' a contrasto con tutti gli altri cantanti più pop. Giò Di Tonno mi ha convinto in pieno, e pensate che partivo un po' prevenuta non avendo mai apprezzato il personaggio di Quasimodo e il suo tono lamentoso...   Invece il Jekyll di Giò è idealista e romantico come deve essere, e Hyde è piacevolmente perverso. Mi ha convinto anche nella recitazione, grandiosa è stata la scena della sua prima trasformazione in Hyde, mentre un po' meno interessante è stata la "Confrontation", un po' troppo statica: luce bianca canta Jekyll, luce rossa canta Hyde. Jekyll guarda in alto, Hyde guarda in basso...

Molto brava l'attrice che interpretava Lucy, Simona Molinari, anche se in certi punti aveva un po' l'aria di voler dimostrare la sua capacità di raggiungere le note più difficili della partitura. Mi è piaciuta molto anche Emma (Ilaria DeAngelis) molto dolce e innamorata ma determinata (nonché, probabilmente, il mio personaggio preferito... Non vi sembra che ci si possa facilmente identificare con lei?). Certo, non è la Maya Hakvoort vista a Vienna in coppia con Thomas Borchert, ma è molto convincente anche nel registro più “lirico”. L'altra parte di supporto oltre a quella di Utterson è quella di Sir Danvers Carew, il padre di Emma. E' vero, non ha grandissime parti di canto, fatta eccezione per “Letting go” e per “Your work and nothing more”, ma l’attore le ha rese egregiamente. Tra l’altro quello di Sir Carew è un personaggio in cui un po’ di tocco lirico non mi disturba.

Le note negative della serata sono le stesse di ogni sera a teatro in Italia: le basi in playback, i cori registrati, i set minimalisti. So benissimo (o perlomeno immagino) che tutto questo dipende dal fatto che le nostre compagnie sono itineranti e non stanziali come succede all’estero, e che quindi hanno necessità di trasporti che all’estero non conoscono. Però ogni volta non posso evitare di chiedermi come sarebbe uno spettacolo con dei veri set, e un’orchestra dal vivo.

E veniamo infine alle traduzioni. Come sapete, è un argomento che mi interessa sempre. Tra l’altro, avevo sempre pensato che Jekyll & Hyde presentasse diverse difficoltà di adattamento in italiano. E invece, via via che guardavo lo spettacolo e che ascoltavo i testi, mi rendevo conto che le soluzioni trovate erano ottime, che rendevano chiaro il senso della storia, e che non erano forzate. Certo, c’è sempre il solito problema dell’italiano che ha una sillaba in più e gli accenti spostati sulla penultima, ma ad essere sinceri non ho mai sentito i testi di Jekyll & Hyde come forzature, né accenti strani (Come mi è invece capitato di sentire a volte in canzoni di cantautori italiani… ). E mentre gli attori cantavano, d’improvviso mi rendevo conto che il testo non poteva che fare così. Per esempio, “Portate gli uomini che mi divertirò, con loro giocherò finché verrà mattina” non si distanzia poi tanto da “So let’s bring on the men, and let the fun begin, a little touch of sin why wait another minute” (anche perché l’inglese prosegue poi con “Step this way, it’s time for us to play…”, che ripropone l’idea di “giocare” con gli uomini).

Insomma, per farla breve, lo spettacolo merita davvero di essere visto, perché promette bene e ci sono delle grandi potenzialità. Peccato che sabato sera il teatro fosse mezzo vuoto, anche se a sentire un signore seduto in platea era stato ben reclamizzato...

martedì 25 dicembre 2007

AUGURI!!


 


Tanti auguri di un Natale sereno con i vostri cari, e auguri anche per un 2008 felice in tutti i sensi!

giovedì 20 dicembre 2007

Meno due...

Dopodomani e' il giorno di Jekyll & Hyde... Dopo averne sentito tanto parlare (e sempre bene!!), non vedo l'ora di vederlo!! Difficilmente sono stata cosi' emozionata per uno show italiano...


E ovviamente seguira' una dettagliata recensione.... Speriamo di farcela prima di Natale...

lunedì 26 novembre 2007

Successo annunciato...

Secondo le prime fonti, Wicked in Germania sta avendo un ottimo successo, almeno per quello che riguarda la vendita di biglietti (qui, ovviamente in tedesco), tanto che per tutto il mese di dicembre è difficile trovare posti disponibili.


A livello di vere e proprie recensioni, ho trovato soltanto questa, che dà un giudizio piuttosto positivo sul tutto: sui costumi, le scenografie, e soprattutto sulle due protagoniste Willemijn Verkaik e Lucy Scherer. Secondo il recensore, le pecche principali sono alcuni punti dello score di Schwarz (beh, neanch'io ho mai digerito i numeri del Mago...) e in certi punti le traduzioni di Michael Kunze, anche se chiaramente certi punti più debolucci nella traduzione di un lavoro complesso come un musical (e tra l'altro un musical difficile come Wicked) si comprendono e perdonano facilmente.


E per gradire il 7 dicembre esce il CD del cast tedesco... Anche quello da aggiungere alla mia "wish-list" personale..

giovedì 22 novembre 2007

"Tre metri sopra il cielo"

E così venne il giorno del nuovo musical italiano. Come al solito, temevo e speravo per questo show. Temevo che fosse il solito pasticcio all'italiana, e speravo allo stesso tempo che non lo fosse. Alla fine lo spettacolo si è rivelato un prodotto accettabile, superiore alle mie aspettative, gradevole (dovete sapere che parto sempre con aspettative molto basse, così non rischio delusioni).


Cominciamo con i lati negativi dell'esperienza teatrale.
Prima di tutto il pubblico: formato in gran parte da bambine sotto i dieci anni, nella fila dietro alla mia ce n'erano un paio che durante il secondo atto non riuscivano più a stare buone, hanno preso a chiacchierare e a tirare pedate alla mia poltrona...  E poi diciamocelo: Tre metri sopra il cielo è sicuramente uno spettacolo rivolto ad un pubblico giovane, di teen-ager, ma IMHO non è del tutto adatto a bambini delle elementari. In fondo si parla di amore, sesso, morte...


Secondo lato negativo: la storia, quello che gli angloamericani chiamerebbero il book. Storia vista e rivista in tutte le salse, da Grease a Dirty Dancing per rimanere ai primi due musical che mi sono saltati in mente. Ah, già, e colpi di scena telefonati un'ora prima. La storia, per quelli di voi che come me ne sono all'oscuro: lei, ragazza educata, obbediente, di buona famiglia, si innamora di un lui completamente diverso, fuori dalle regole, un po' sbandato. Per il resto, si mescolano momenti un po' più intensi con momenti comici, scene surreali (simpaticissima la scena della partita di biliardo al bar dell'angolo... ) e feste adolescenziali.
Comunque ho paura che questo problema nasca dal materiale originale: nonostante il grande successo di pubblico, non mi risulta che il romanzo di Moccia sia proprio da premio Strega...


Poi ci sono i punti "così-così": basi musicali registrate, scenografie ridotte all'osso, quelle cose che rappresentano la normalità per gli spettacoli italiani, anche se noi amanti del musical vorremmo tanto vederle cambiare.


Invece il cast mi è sembrato buono. Molto brava, IMHO, Martina Ciabatti nel ruolo della protagonista Babi (ma non si chiamava così anche quella di Dirty Dancing, giust'appunto??). Il libretto dello spettacolo dice che ha studiato in diverse scuole di musical italiane, e in effetti secondo me l'impostazione è buona. Mi domando allora perché affidarle solo un numero solista e due duetti sulla fine del primo atto. Ho controllato il programma di sala: nel secondo atto il suo personaggio non ha una sola canzone.
Non mi è sembrato male nemmeno Massimilano Varrese. Abbastanza disinvolto sia nel canto che nel ballo, anche se i pezzi ballati richiamavano molto lo stile discoteca, per cui non richiedevano capacità alla Bolle...
Molto molto bravo anche il co-protagonista "Pollo" (sic! / Sigh! ), ovvero Massimiliano Pironti, che fungeva un po' da spalla comica e che ha strappato un applauso caloroso con il suo primo numero "Superpollo", concludendolo con un falsetto degno dei migliori Jesus anni '70.


Manca ancora un commento sulla musica. Decisamente non potrebbe essere uno dei miei musical preferiti. Molti richiami alla musica da discoteca, e diversi singoli pop con linee musicali semplici. Un solo numero, all'inizio del secondo atto, cerca la strada delle diverse linee melodiche simultanee). I testi, per finire, vorrebbero riprodurre il modo di parlare dei giovani, per cui niente "recondite armonie", ma versi come "stasera voglio che sia perfetta - ho messo la mia bella maglietta"...  Pensate, vendevano anche il CD, ma mi è mancato il cuore di spendere 20 Euro per queste perle. Che dite, troppo Kunze-Levay mi fa male??


E tuttavia, lo ripeto, il pomeriggio non è stato malvagio, ma piuttosto piacevole. I momenti comici erano simpatici, alla fine la storia prendeva abbastanza, e come detto il cast era più che onesto. Comunque, adesso aspetto con ansia la tappa bolognese di Jekyll & Hyde... Lì almeno parto preparata!!

martedì 13 novembre 2007

Non so se mi riderete dietro, se mi darete di "commerciale" o che altro... Ma io ho comprato i biglietti per andare a vedere "Tre metri sopra il cielo", domenica al teatro Verdi di Firenze...


Lo ammetto: sono la prima a partire prevenuta quando ci sono musical italiani completamente nuovi (datemi pure di snob esterofila, non me ne offendo). I set, le scenografie, i costumi difficilmente reggono il confronto con quello che si vede a Londra o a Broadway, anche se sappiamo che questo dipende anche dal fatto che i nostri show sono sempre itineranti. In questo caso si sfrutta molto anche il traino del film e dell'effetto Scamarcio. Temo che il pubblico sarà composto in buona parte da ragazzine adoranti.


Però... Però in fondo sono curiosa di vedere questo spettacolo, che se non altro ha il pregio di offrirci musiche completamente nuove, un cast giovane, capace e privo di nomi televisivi. Sì, il protagonista ha recitato in Distretto di Polizia (o era "Carabinieri"??), ma non credo che sia un nome che riempie le sale.


Quindi cercherò di andare allo spettacolo con la mente sgombra da pregiudizi e pronta ad emozionarmi e a godermi un piacevole pomeriggio di teatro. Alla peggio mi rifarò a Dicembre con Jekyll & Hyde...

mercoledì 7 novembre 2007

Elisabeth in tour

Che Elisabeth abbia raggiunto ormai più o meno ogni angolo del mondo è cosa risaputa, ma fa sempre piacere sapere che lo spettacolo continua ad essere portato in giro. Anche perché, sarò sincera, Elisabeth non mi stanca mai.


E così ecco l'ultima news da musicalzentrale.de:


Einem Casting-Aufruf der La Belle GmbH zufolge plant die Produktionsgesellschaft im kommenden Jahr eine Tournee von "Elisabeth" aus der Feder von Michael Kunze und Sylvester Levay. Als Koproduzenten werden Stage Entertainment und der Schweizer Eventveranstalter Freddy Burger angeführt. Wie bei der Uraufführung des Musicals in Wien soll Harry Kupfer Regie führen und Dennis Callahan choreographieren. Die erste Station soll Berlin sein.


Also, da questo pezzettino in tedesco si evince che nel 2008 ci sarà una tournée di Elisabeth (strano, mi sembra che generalmente gli stranieri non facciano molti tour) prodotta dalla "La Belle GmnH" insieme a Stage Holding e Freddy Burger, svizzero. La prima tappa dovrebbe essere Berlino.


Poi possono partire le speculazioni. Se il tour è prodotto insieme alla Stage Holding e a un produttore svizzero, c'è da aspettarsi che almeno questi stati verranno coinvolti nelle rappresentazioni. Se poi verranno toccati altri paesi, per ora non è dato saperlo. (l'Austria no??)


Nessuna nota sugli attori. Non mi stupirebbe rivedere Maya nel ruolo di Elisabeth (credo sia in assoluto l'attrice che l'ha interpretata più a lungo, ma correggetemi se sbaglio), e Maté in quello della Morte, soprattutto se il tour viene organizzato da Vienna.
Però, lasciatemelo dire, non sarebbe male dare un po' di spazio anche a "nuove leve" di questo musical. Ci sono diversi attori e attrici giovani a cui magari si potrebbe dare una chance...


Comunque, aspettiamo fiduciosi altre notizie... Chissà, magari dalla Svizzera faranno pure una tappettina a Milano, e l'Italia si innamorerà di Elisabeth... ;-))


 


**** O_O Rettifico quanto detto prima sul cast... Almeno le audizioni sono aperte a tutti: http://www.labellemusical.de/auditions.html

lunedì 29 ottobre 2007

Hairspray

Giovedì sera sono finalmente riuscita ad andare a vedere Hairspray. Era in una saletta vicino al mio paesello, in seconda visione (also, 2€ di sconto sul biglietto... ;-)) Però ho dovuto trascinarci mia mamma, visto che il già citato fidanzato poco musical-e non è voluto venire a vedere John Travonta en travesti che ballava e cantava.


Comunque, devo dire che il film mi è piaciuto. Partiamo con le premesse: non conosco il musical, né tantomeno il film originale da cui è stato tratto lo spettacolo, per cui non sapevo assolutamente cosa aspettarmi. Sapevo che si trattava di una commedia, di quel tipo di musical che io non sempre gradisco, motivo per cui ero partita anche un pelino prevenuta. E invece il film si è rivelato una sorpresa più che gradevole, pieno di canzoni piacevoli e divertenti (e divertite, oserei aggiungere).


La trama racconta la storia di Tracy, ragazzina un po' in sovrappeso, che sogna di ballare nel più famoso spettacolo tv per teenager. Nonostante la stazza la porti ad essere diversa da tutti gli altri ballerini, riesce ad ottenere un posto in tv, e ben presto sovverte tutte le regole del posto: è la prima ballerina sovrappeso, si batte per l'integrazione dei neri, e soprattutto non ha paura di dire quello che pensa.


Il cast è decisamente ben assortito, pieno di attori in gamba. I giovani sono tutti carini (spicca ovviamente l'idolo delle teen-ager Zach Efron) e in parte. Bravissima l'esordiente (ma davvero?? O_O) Nikki Blonsky, molto carina l'amica Penny e i ragazzi neri, Seaweed e la sorellina di cui mi sfugge il nome.  L'unica un po' in ombra è la biondissima reginetta di bellezza Amber. 


Tra gli adulti ci sono i nomi famosi che attirano il pubblico in sala. John Travolta travestito da donna è incredibile. Dopo un po' non ci si rende neanche più conto che è un uomo che finge di essere una donna, tanto la sua interpretazione è convincente. Il ruolo di Michelle Pfeiffer sembra scritto proprio per lei, ma mi è piaciuta moltissimo Queen Latifah, che dimostra che non sa solo fare ridere. E' sua, IMHO, la canzone più toccante del film, quella della marcia dei neri contro l'emarginazione (I Know where I've been, può essere?), quella che mi ha fatto scendere la solita lacrimuccia...


Le canzoni sono tutte allegre e solari, mettono in corpo voglia di ballare. Però, perdonatemi, a tre giorni di distanza dal film non mi ricordo nemmeno una melodia... Solo "Good Morning Baltimore" continua a tornarmi in mente, mentre ho già scordato tutte le altre canzoni, anche se mentre le sentivo le trovavo simpatiche. Dovrò procurarmi il CD della colonna sonora. Oppure passare all'Original Broadway Cast.


 


Per completare il mio weekend musicale, giovedì ho ricevuto il mio pacchettino da Soundofmusic (non ho ancora avuto tempo di sentire tutto. :-S), e sabato ho fatto una simpatica gita a Bologna dove ho comprato i biglietti per Jekyll & Hyde, data del 22/12... Non vedo l'ora, speriamo in bene... :-))

mercoledì 24 ottobre 2007

Leggete qui... *occhioni super-sgranati*


Lovogliolovogliolovoglio.  Questo sì che sarebbe un super regalone di Natale... E non costa nemmeno una grossa cifra.


 Certo, un DVD dello spettacolo esiste già, ed io ce l'ho. Però...

lunedì 22 ottobre 2007

Mi scuso sempre per essere di corsa in questo periodo...


Questa è solo una scemenzina che ho trovato in giro su internet. Però non mi trovo per niente d'accordo con il risultato... :-S




What Broadway Musical Do You Belong in?


Miss Saigon
Take this quiz!

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mercoledì 10 ottobre 2007

Non c'è pace per i dannati...

Ci siamo appena ripresi dallo shock di un'intervista non proprio felice di Michelle Hunziker, in cui dichiarava di voler interpretare Efaba, la stregaccia verde e cattiva di "Wicked" (sic!), quando oggi leggendo "Leggo" (sì, lo so, non è esattamente attendibile) vedo un'altra notiziola sulla bionda svizzerotta. Questa volta la nostra eroina dichiara "Dopo Cabaret sogno di portare in scena un classico della Disney in un grande musical".


Anche stavolta speriamo che la signora Ramazzotti si sia lanciata in dichiarazioni folli... Perché sinceramente non la vedo né nella parte di Belle da "La Bella e la Bestia", né tantomeno in quella di Mary Poppins (ma 'sta donna vuol proprio misurarsi con Julie Andrews??). Non credo ci siano altri musical Disney pronti a sbarcare in Italia...


Un'altra notiziola di cui non vi importerà granché: ho girato tutte le edicole di Firenze, e il DVD di Aggiungi un posto a tavola è finito da tutte le parti...  E adesso come faccio? Lo ordino alla Fabbri? Se qualcuno sapesse ragguaggliarmi, gli/le sarei grato.


Mi scuso per la fretta, ma stasera sono proprio cotta. Ho cambiato lavoro lunedì, mi sono raffreddata e ho ancora i postumi dell'operazione... Cercherò di proporre un post interessante asap, promesso!

mercoledì 3 ottobre 2007

Traduire c'est trahire?

Sul blog di Francesco si parla di traduzioni dei musical, quindi offro il mio modesto contributo con questo post che è "pending" da quasi un anno (mi ricordo di averlo cominciato un giorno di novembre del 2006 in treno per Roma). Ho sempre detto che l'avrei rifinito un po', ma non l'ho mai fatto... Comunque a questo punto ve lo presento così com'è.


Traduire c’est trahire?


 


Era una domanda che all’università ci ripetevano spesso, ed è uno di quei temi che mi interessa sempre. Del resto, non mi sono laureata in traduzione per caso…


La questione, in termini semplici, è questa: è meglio tradurre e adattare un musical al pubblico straniero o lasciarlo nella versione originale? Com’è più "fruibile" per il pubblico?


Come in tutte le cose, ci sono due partiti: quello a favore delle traduzioni e quello dei “duri e puri” dell’originale. E come in tutte le cose, entrambi hanno le loro ragioni, di diverso carattere ma ugualmente accettabili.


 


Partiamo con delle banalità. Nonostante tutti si sforzino di dimostrarci il contrario, noi italiani con le lingue straniere ce la caviamo maluccio. Molti di noi non sono in grado di seguire un film in lingua originale, motivo per cui uno spettacolo completamente recitato (e cantato!!) in un’altra lingua sarebbe recepito male da molti spettatori. Immagino che per tanti risulterebbe difficile seguire la trama e i dialoghi, figuriamoci poi scendere nei dettagli e nelle sfumature.


Si potrebbe obiettare che in tutto il mondo le opere liriche vengono eseguite in lingua originale, e a nessuno viene in mente di tradurre “Che gelida manina…”. Al massimo i teatri vengono attrezzati con gli impianti per il sovratitolaggio (tra l’altro, è successo anche a me al Comunale di Firenze con “Tosca” in scena. Opera italiana per un pubblico italiano, ma c’erano i sovratitoli). A questa osservazione, i fautori delle traduzioni rispondono dicendo che dover leggere i testi e seguire quello che succede in scena distrae e stanca lo spettatore, con conseguenze negative sia per il godimento dello spettacolo da parte del pubblico che per il suo successo economico. Chissà perché, il pubblico della lirica può sorbirsi sei ore di Nibelungenlied in tedesco con sovratitoli e il pubblico del musical non può...



Dunque, sembrerebbe che la soluzione migliore fosse quella di adattare gli spettacoli traducendo i testi. Del resto, in tutto il mondo si fa così. Basta pensare ad uno spettacolo come “The Phantom of the Opera”, "Elisabeth" o "Jekyll & Hyde" per trovarne versioni in tedesco, olandese, ungherese, giapponese, coreano, e chi più ne ha, più ne metta. E vi dirò, in qualche caso il testo dell'adattamento mi sembra persino migliore di quello originale (a me ad esempio piace da morire "Der letzte Schritt", versione viennese di "The point of no return")


 


Eppure… Eppure l’idea di un adattamento in italiano di un qualsiasi musical o spettacolo mi suscita sempre sentimenti contrastanti.  Sana invidia per chi farà il lavoro, timore per i risultati, curiosità di sapere come sono stati affrontati e risolti i punti più difficili, paura che si perdano dei significati sottintesi… E a posteriori, critiche su tutto (Che ci volete fare, noi fiorentini siamo bastian contrari).


 


Le due lingue che conosco meglio (oltre ovviamente all’Italiano) sono l’inglese e il tedesco. Due lingue che derivano dallo stesso ceppo, e che si assomigliano anche molto. Forse è per questo che le traduzioni tedesche di musical inglesi non mi suonano mai così strane come quelle italiane. O forse c’è da parte mia una certa abitudine a sentire i testi tedeschi, mentre quelli italiani mi suonano sempre “nuovi”.


E poi in qualche modo, l'italiano non si adatta bene a certi tipi di canzone. Mentre le grandi ballad romantiche funzionano in maniera discreta anche nella nostra lingua, trovo difficile adattare pezzi più ritmati all'italiano. Probabilmente dipende dal fatto che inglese e tedesco hanno molte parole corte, monosillabiche, mentre le parole corte dell'italiano si contano sulla punta delle dita..  


Vi faccio un esempio banale. Tradurre il ritornello di "Wenn ich tanzen will" è ancora fattibile (io ho scritto una cosa di questo genere, che è lungi dall'essere perfetta ma mi sembra piuttosto cantabile: "Quando danzo io/lo faccio come piace a me/solo io scelgo il momento/e la musica da usar/Quando danzo io/lo faccio solo con la mia unicità/lungo l'abisso/o solo per gli occhi tuoi"), ma tradurre i versi iniziali è quasi impossibile (è difficile rendere uno scambio di battute rapido e secco come "Was für ein Triumph - Mein Triumph - Welch ein Fest - Mein Fest" con un equivalente italiano...)


Magari però c'è qualche traduttore là fuori che ha una soluzione perfetta per questi versi che a me fanno spaccare la testa... "Se ci sei, batti un colpo!!"

domenica 30 settembre 2007

Musical trasformisti - parte seconda

Se i cambi operati su Jekyll & Hyde sono stati significativi e hanno comportato certe variazioni nella trama della storia, questo non è niente rispetto a quello che è successo al più famoso musical degli ABBA, Chess.


Per certi versi, questo musical è un capolavoro incompleto. La musica è geniale, piena di riprese e di leitmotiv che si ripresentano in continuazione, “haunting” per dirla con gli amici anglo-americani (anche se, lo ammetto, ci ho messo un po’ a fare l’orecchio a questo sound un po’ anni ‘80). I testi sono stati scritti da Tim Rice (devo dire di più?) e in certi momenti sono geniali, come sempre.


IMHO, quello che è mancato per renderlo veramente indimenticabile è stata una trama chiara e lineare. In questo caso si può veramente dire che lo spettacolo cambia completamente aspetto a seconda di dove viene rappresentato. E non trovo che una versione sia nettamente superiore all’altra, motivo per cui la confusione è ancora maggiore…


Gli ABBA (o meglio, Benny Andersson e Bjorn Ulvaeus, ma per brevità continuerò a scrivere ABBA ;-P) cominciano a lavorare a Chess nei primi anni ’80, tant’è che il “London Concept Recording” è del 1984. Lo spettacolo ha poi aperto a Londra nel 1986 e a Broadway nel 1988.


 


All’epoca del “London Concept Recording” la trama prevedeva una prima partita di scacchi tra “The American” (poi battezzato Freddie) e “The Russian” (Anatoly) a Merano (Merano – Where I want to be - Opening Ceremony). La partita è carica di tensioni non solo sportive ma anche politiche (siamo ancora in periodo di guerra fredda), ed infatti il primo incontro si conclude con una scacchiera fatta volare per aria (Quartet – The american and Florence/Nobody’s side). L’intervento di Florence Vassy, il secondo di Freddie, e di Anatoly riesce in qualche maniera a riportare i due campioni al tavolo da gioco, oltre che a scatenare una certa simpatia tra l’uomo e la donna (Montain duet). In compenso i rapporti tra Florence e Freddie si fanno sempre più tesi, e alla fine del match lei lo lascia (Florence quits). Dopo la vittoria, Anatoly riesce ad ottenere un visto per un paese occidentale, anche se sa che la sua patria sarà sempre la Russia (Anthem).


Secondo atto: un anno dopo, a Bangkok, Anatoly deve difendere il suo titolo contro un nuovo sfidante dall’Unione Sovietica, mentre Freddie si trova lì solo in veste di osservatore (One night in Bangkok). Florence è a Bangkok con Anatoly, che ha frequentato dal momento della sua defezione, e si interroga sul futuro della loro relazione, soprattutto alla luce del fatto che le autorità sovietiche hanno portato con loro a Bangkok Svetlana, la moglie di Anatoly (Heaven help my heart – Argument – I know him so well).


Intanto Freddie, manovrato Molokov, cerca di spaventare Anatoly e di riconquistare Florence dichiarando di avere informazioni su suo padre, che lei non ha visto da quando ha abbandonato l’Ungheria durante la repressione sovietica del 1956, che potrebbero essere rivelate a certe condizioni (The deal). Ma, respinto da entrambi, si lascia andare all’autocompatimento (Pity the child).


E finalmente si arriva alla finale (Endgame): Anatoly stravince contro il nuovo campione sovietico, e mentre lo fa si rende conto che il successo professionale è quello che gli interessa maggiormente (“Finding out at last my one true obligation”), e che non ci sono possibilità di riconciliazione né con Svetlana, né con Florence, nonostante si amino, come entrambi riconoscono nel finale (You and I).


 


La versione che aprì a Londra nel 1986 era basata su questa trama, anche se alcune piccole modifiche erano già state fatte (la principale era lo spostamento di Pity the child nel primo atto, che rende Freddie un personaggio più debole, una macchietta nelle mani di Molokov per tutto il secondo atto). I commenti dei giornali variarono da “Noioso e piatto” a “ammirevole, un bel lavoro”. Tuttavia lo spettacolo restò in cartellone per circa tre anni, chiudendo nel 1989. Non eccellente per gli standard anglo-americani, ma sicuramente più che onesto per uno show di cui alcune critiche avevano detto “here one is confronted by an inchoate mess”.


 


In preparazione dell’apertura a Broadway, il team creativo decise per una riscrittura completa dello show. In linea di massima venne aggiunta una sottotrama (partendo da elementi solo accennati a Londra) sul padre di Florence. Lo spettacolo si apre quindi a Budapest nel 1956, dove l’uomo spiega alla bambina i fondamenti degli scacchi (The story of Chess). Ci si sposta poi al presente: il campionato mondiale si sta per aprire a Bangkok. Qui la song-list segue abbastanza fedelmente quella del London Concept: ci sono infatti la Press Conference, Where I want to be, il Quartet che segue la prima partita di scacchi tra Freddie e Anatoly, e il litigio tra Freddie e Florence. Florence ha ottenuto in questa versione un altro paio di canzoni che approfondiscono il suo rapporto con Freddie. La prima è “How many women”, un pezzo ritmato dove lei in parte rimpiange la scelta fatta di essere il secondo di Freddie (“How many women – articulate women/with something to shout about spend their time/playing a game in which silence is gold/and speaking a crime?” – e uno dei miei versi preferiti, che dimostra il genio di Tim Rice: “All of my struggles for qualification /my nights with Goethe and Proust/ Recklessly abandoned/ For you who thinks Checkov is king to G3/ And Joyce my college roommate”), l’altra è la famosa “Someone else’s story”, più una ballata in cui la donna riflette sulla sua storia con Freddie.


Dopo il litigio con Florence, Freddie si immerge nella vita notturna di Bangkok (One night in Bangkok) mentre Florence e Anatoly si incontrano per discutere della partita, scoprendosi attratti l’uno dall’altro (Terrace duet). Questo fa infuriare Freddie, causando il litigio definitivo tra lui e Florence e la sua sconfitta nel campionato mondiale. (Florence quits e Nobody’s side). Anatoly decide di lasciare Bangkok con Florence perché si è innamorato di lei (Anthem).


Atto II: a Budapest si sta per svolgere la seconda metà del campionato mondiale di scacchi, con gli stessi giocatori di Bangkok, e la città si prepara ad accogliere i campioni (Hungarian folk song). Ad Anatoly è stato concesso di giocare ancora per l’URSS nonostante la sua defezione precedente. A questo punto si sviluppa una specie di spy-story gestita da Molokov e Walter. I due cercano di contrattare con Anatoly il suo rientro in patria in cambio di informazioni sul padre di Florence. Questa situazione, sommata al fatto che Svetlana è effettivamente arrivata a Budapest e si è incontrata con Florence (I know him so well), sta causando problemi alla concentrazione di Anatoly, che sta perdendo la finale contro Freddie. Finalmente Florence viene accompagnata a incontrare l’uomo che dovrebbe essere suo padre (Lullaby). All’apice della finale tra Freddie e Anatoly, il russo decide di accettare l’offerta del KGB, di rientrare in patria con Svetlana affinché Florence possa restare con suo padre, e fa volutamente una mossa sbagliata che consente a Freddie di vincere (Endgame). All’aeroporto, Florence e Anatoly cantano per l’ultima volta You and I, dichiarando di amarsi ancora, anche se la vita li divide.


Nonostante le modifiche apportate per Broadway, lo spettacolo rimase aperto soltanto per circa tre mesi, e da allora è stato ripreso di tanto in tanto soltanto sotto forma di tour e concerti.


 


A mio modo di vedere, entrambe le versioni hanno delle pecche, e nessuna produzione seguente è stata in grado di correggerle del tutto (dopo il flop a NY ci sono state una versione australiana mai registrata su CD, una produzione danese e una svedese di cui esiste anche un DVD, oltre ad un paio di concerti di beneficenza). Il Concept londinese presenta tre personaggi interessanti, non stereotipati. Ma il fatto di avere il secondo match di scacchi giocato da Anatoly contro un altro campione sovietico ha due effetti negativi: introduce un personaggio inutile a metà della storia (perché del secondo campione sovietico non sappiamo assolutamente niente) e toglie suspence alla partita. D’altra parte, la sottotrama relativa alla riunione di Florence con suo padre introdotta a Broadway crea problemi diversi. In primo luogo, dà allo spettacolo un sottofondo da storia patetica che a me personalmente non piace molto. E poi snatura il personaggio di Anatoly. Mentre nel London Concept tutti e tre i personaggi principali hanno i loro bei difetti, nessuno dei tre è il classico eroe da favola, a Broadway si cerca di fare quest’operazione con Anatoly, facendogli perdere la finale con Freddie solo per amore di Florence. Dall’uomo che trovava che il successo personale fosse la sua “one true obbligation” si passa all’uomo che diceI cannot go on hurting all the people who have trusted me”. Però le canzoni che sono state aggiunte per Florence sono dei bei pezzi, e il musical perderebbe qualcosa se venissero tagliati (tra l’altro, una delle ulteriori modifiche apportate dopo il flop di Broadway è stata quella di “passare” la canzone Someone else’s story a Svetlana piuttosto che a Florence, per dare un certo risalto anche a questa figura minore.) Allo stesso modo, mi piace molto The story of chess in apertura di spettacolo, com’è stato fatto a Broadway. Ma se si elimina il padre di Florence, la canzone resta senza padre…



Un altro fattore critico di questo spettacolo è la sua collocazione temporale. Perché la trama funzioni al meglio, bisogna ipotizzare di essere ancora in regime di guerra fredda. Solo così si comprende la tensione che si è creata per la partita di scacchi tra un campione sovietico e uno americano, solo così certe scena acquisiscono il loro pieno significato (la sequenza US vs. USSR, la defezione di Anatoly), solo così l’intrigo tra CIA e KGB del secondo atto ha un senso. Eppure, via via che la situazione storica cambiava sono stati fatti vari tentativi di modernizzare l’opera (in fondo tra il 1984 del Concept Recording e il 1988 dell’apertura a Broadway si era aperta l’epoca della glasnost, per non parlare delle edizioni seguenti). Non oso pensare a cosa potrebbe saltare fuori se si ambientasse un Chess nel 2007 (senza contare che una Florence fuggita dai moti ungheresi del ’56 avrebbe almeno una cinquantina d’anni, e forse non sarebbe così attraente… ;-P)


Bene, qui ho cercato di sintetizzare qualche punto critico dello spettacolo… Se vi interessa approfondire vi rimando a questi link: http://storyofchess.blogspot.com/


http://www.geocities.com/ky_guy_4/chess/chessthemusical.htm


oltre che alla pagina di Wikipedia su Chess the musical.


E ovviamente sono benvenuti tutti i vostri commenti…

venerdì 28 settembre 2007

Hairspray

Esce oggi nei cinema italiani Hairspray. A differenza di altri musical usciti negli ultimi anni (Rent, The Producers), mi sembra che questo abbia goduto di un discreto battage pubblicitario. Spazi nei TG, copertine sui giornali (ho un Ciak che mi sorride dal comodino con il faccione di Edna - John Travolta).


Vediamo come andrà... Io ho già buttato lì che mi piacerebbe andare a vederlo (sottilissimo eufemismo che sottintende "Se non andiamo a vederlo potresti pentirtene" ), ma come sappiamo bene non siamo noi amanti del musical a spostare le masse che decretano il successo di un film... C'è da dire che questo dovrebbe poter contare anche su un certo numero di adolescenti che hanno visto "High school musical" e che potrebbero voler tornare a vedere i gradevoli occhi azzurri di Zac Ephron.


Non oso pensare a cosa succederà quando uscirà "Sweeney Todd" con Johnny Depp... Che stia suonando la riscossa dei film musical-i??

martedì 25 settembre 2007

Guarda un po'...

Come vi ho comunicato qualche tempo fa, a Vienna si preparano a celebrare i vent'anni delle Vereinigte Bühnen Wien con un super concerto che riunisce star e canzoni di tutte le loro produzioni.


Anche se per qualche momento ho accarezzato l'idea di comprare due biglietti costi quel che costi, mi sono dovuta arrendere all'infattibilità della cosa. (Anche se una vocetta mi dice che un'occasione come questa non capiterà mai più.... )


E quindi ho ripiegato sulla versione nostrana di Jekyll & Hyde, che più o meno nelle stesse date toccherà Bologna. A livello economico è sicuramente una cosa meno impegnativa, e dovrebbe risultare anche più semplice da gestire. Senza contare che dovrebbe essere più semplice da digerire per il fidanzato-accompagnatore (un musical in italiano contro una serie di canzoni in tedesco, lingua per lui completamente ostica. Cosa non si fa per amore...)


Ebbene, ricercando in Internet informazioni sullo spettacolo, il cast, il prezzo dei biglietti and so on, sono incappata in questo video... Che devo dirvi, mi pare piuttosto promettente. (Anche se, insomma, tutte quelle STELLE a Vienna che non potrò vedere... )


 


domenica 23 settembre 2007

Musical trasformisti - parte 1




Photo Sharing and Video Hosting at Photobucket ... Ovvero quei musical che cambiano anche in maniera sostanziale trama e canzoni a seconda della versione che va in scena.


Tutti i musical vengono rielaborati dal momento in cui vengono messi in scena per la prima volta. Talvolta vengono aggiustati solo alcuni versi, a volte intere scene vengono aggiunte o spostate (è così che in Elisabeth sono comparse "Wenn ich tanzen will" e le varie "Konfrontation-Szenen", per cui non mi lamento di certo). E' una cosa piuttosto naturale: si vede che una scena in più spiega meglio un concetto, che un verso riscritto suona meglio (mi viene in mente a questo proposito la prima versione di "Think of me", dove Raoul diceva di Christine "You're really not a bit the gawkish girl that once you were", con quella parola strana "gawkish" che poteva sembrare una parolaccia ad un ascoltatore smaliziato... "How young and innocent we were" invece previene qualsiasi malinteso)

Il problema si pone invece quando il musical cambia radicalmente trama e musica tra le varie versioni in scena. Uno degli autori più soggetti a questa malattia è senza dubbio Frank Wildhorn, l'autore di Jekyll & Hyde, The Scarlet Pimpernel e Dracula. Ognuno di questi musical ha subito notevoli rimaneggiamenti nel corso delle varie versioni che si sono susseguite. Non conosco abbastanza bene Pimpernel e Dracula per affrontare un dibattito su questi musical, per cui vi propongo un raffronto tra il "Complete Recording" di Jekyll & Hyde (quello con Anthony Warlow nel doppio ruolo del protagonista) e l'"Original Broadway Cast" che è effettivamente stato in scena a NY. Ovviamente il confronto potrà essere solo parziale, perché posso basarmi solo sui due CD, non avendo mai visto lo spettacolo dal vivo. Senza contare che il Complete Recording è per sua natura Completo, mentre l’Original Broadway Cast riporta solo delle Highlights. 31, ma sempre solo highlights.

 

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Già all’inizio ci sono le prime differenze: subito dopo il PROLOGUE, nel Cd del Complete Recording c’è l’intensa I NEED TO KNOW, dove il dottor Jekyll dichiara il suo desiderio di comprendere la natura umana, i motivi per cui questa si rivolge sempre al male piuttosto che al bene, e chiede a Dio di aiutarlo nella sua ricerca che è volta al bene della comunità. L’Original Broadway Cast invece ha sostituito questa canzone con LOST IN THE DARKNESS: Jekyll è al capezzale del padre malato che sta perdendo la ragione: il "movente" per le sue ricerche è quindi la speranza di aiutare il padre a recuperare la lucidità (If I could reach you/I'd guide you and teach you/To walk from the darkness/Back into the light”… “I promise you this/Till the day that I die...”). Parere personalissimo e spassionato: LOST IN THE DARKNESS non vale mezza I NEED TO KNOW

I due Cd scorrono poi in parallelo per un buon pezzo: c'è infatti FASSADE, una canzone dell’ensemble che ribadisce il tema della doppiezza dell’uomo, delle maschere che ognuno di noi porta. Mentre però nel CR la canzone è cantata dai proletari di Londra e critica aspramente gli aristocratici, nell’OBC il testo è stato tagliato e riscritto per adattarsi a tutti gli uomini, al di là della loro classe sociale. Nell’Original Broadway Cast FASSADE si ripropone in diverse riprese, a sottolineare e commentare quello che avviene sul palco.

La sequenza del fidanzamento del dottor Jekyll con Lisa (o Emma, se parliamo dell’OBC) è più o meno uguale in entrambi i CD: in entrambi i casi abbiamo Lisa/Emma che rifiuta un suo ex pretendente, Simon Stride (LISA CAREW/EMMA’S REASON), e Jekyll che confessa alla sua fidanzata la sua ossessione per il suo lavoro, che considera la sua missione (POSSESSED/ I MUST GO ON) per proseguire con il duetto d’amore TAKE ME AS I AM.
Diciamolo chiaro: il librettista di Wildhorn non eccelle nelle canzoni d'amore... Il duetto è piuttosto piattarello e banalotto, con versi come “Look in my eyes - who do you see there?/Someone you know or just a stranger?/If you are wise, you will see me there./Love is the only danger” e poi ancora “Give me you hand, give me your heart!/Swear to me, we'll never part”.

Un’altra grossa differenza tra i due Cd è la prima canzone di Lucy Harris, la star del Red Rat, un locale di dubbio gusto dove Jekyll e Utterson si recano (nel CR dopo la scena del BOARD OF GOVERNORS, dove a Jekyll viene negato il permesso di continuare i suoi esperimenti). Nel CR Lucy canta una canzone divertente e piena di doppi sensi sul suo bisogno di uomini, BRING ON THE MEN (So many men, so little time/I want 'em all - is that a crime?/I don't know why they say that I'm too easy…), mentre nell’OBC entra in scena cantando GOOD’N’EVIL, dove ancora una volta si ripropongono i temi di cosa è il bene e cosa è il male (Good and evil/And their merits/Men have argued through history…”). Personalmente preferisco di gran lunga BRING ON THE MEN, è un pezzo scanzonato, dal ritmo divertente, mentre GOOD'N'EVIL non mi fa impazzire.

Le scene centrali del musical, THIS IS THE MOMENT e la prima TRANSFORMATION di Jekyll in Hyde non cambiano da un Cd all’altro (e vorrei vedere!!) Invece, già la prima song di Hyde, ALIVE, è nuovamente diversa. Nel CR si presenta una sola volta in una versione più lunga. Nell’OBC invece è divisa in una prima parte e in una REPRISE proprio in chiusura del primo atto.

Soltanto lievemente diverso è il pezzo HIS WORK AND NOTHING MORE, un quartetto tra Jekyll, Utterson, Lisa/Emma e Sir Danvers in cui tutti esprimono preoccupazione per la sfuggevolezza dello scienziato. E… indovinate? Personalmente preferisco la versione del Complete Recording, più lunga, più completa e anche più melodica nella parte del duetto tra Lisa e suo padre.

 

Nel corso del secondo atto i due CD si distanziano in maniera ancora più sostanziale che nel primo atto. Il CR infatti presenta diverse canzoni che sono state tagliate dalla versione di Broadway.

Dopo MURDER, MURDER, che apre il secondo atto in entrambi i CD, nel CR abbiamo il duetto LETTING GO tra Lisa e suo padre. La prima delle canzoni tagliate nella versione di Broadway è THE WORLD HAS GONE INSANE, in cui Jekyll esprime il suo terrore per quello che gli sta accadendo (a questo punto della storia Hyde ha già ucciso cinque persone). Il testo è particolarmente descrittivo, tanto che alcuni fan americani sostengono che la canzone sia stata tagliata da Broadway perché troppo disturbante per un pubblico medio. (A pack o' wolves is howling at my door!/I'm living in a non-stop nightmare,/Dead men's dreams!/Filled with screaming pain!” e poi ancora “Fiendish creatures leave their graves to taunt me!/Old friends risen from the dead to haunt me!/Godforsaken images that daunt me/Drowning in an endless flood of blood!”).

Un’altra delle canzoni tagliata per Broadway è THE GIRLS OF THE NIGHT, cantata dalle ragazze del Red Rat. Ora, se posso capire il taglio di THE WORLD HAS GONE INSANE, non capisco cosa abbia di disturbante una canzone cantata da un gruppo di prostitute che rimpiangono la loro situazione. A meno che nella puritana America non si debba parlare di prostitute, o immaginare che abbiano una vita…

Tutto quello che segue è più o meno simile tra i due Cd: il duetto a distanza di Lucy e Lisa IN HIS EYES, dove le due donne esprimono con parole simili i loro sentimenti per Jekyll, la tristezza di Lisa nel constatare la distanza che si è creata tra lei e Jekyll (ONCE UPON A DREAM), il duetto tra Hyde e Lucy (posso dirlo? Secondo me sensualissimo ) DANGEROUS GAME, dove entrambi ammettono l’attrazione che sentono per l’altro e la canzone di Lucy A NEW LIFE, dove la prostituta si augura di poter cominciare una nuova vita più felice prima di cadere vittima di Hyde. E poi NO ONE MUST EVER KNOW/ THE WAY BACK, dove Jekyll constata disperato che i suoi esperimenti sono falliti, e la CONFRONTATION tra le due personalità che ormai convivono dentro di lui.

 

Queste differenze si sono spesso riproposte nelle varie produzioni estere. Mentre ad esempio le versioni austro-tedesche seguono in misura maggiore il Complete Recording, e includono “Die Welt ist völlig irr” e “Mädchen der Nacht”, altri paesi si sono rifatti alla versione di Broadway, e addirittura ci sono compagnie che “miscelano” le due versioni.


Personalmente, come credo sia chiaro, preferisco di gran lunga la prima versione, quella del Complete Recording. A mio modo di vedere, la storia funziona bene, le canzoni erano incisive, le liriche interessanti (anche se probabilmente qualcosina da limare c’era). I cambi che sono stati fatti per l’apertura a NY sono stati tutti per il peggio. Tutte le canzoni aggiunte fanno rimpiangere, IMHO, quelle originali. Non riesco a capire per quale motivo Wildhorn abbia effettuato queste modifiche. Se è vero che li ha fatti per rendere lil suo musical più digeribile a Broadway, c'è da chiedersi perché quello che va bene per un pubblico europeo non sia accettabile per un pubblico americano...


****EDIT: Ho scritto tutto questo bel post (che tra parentesi non voleva farsi scrivere, mi è toccato ricominciarlo tre volte) e poi ho pescato questo link: http://www.theatre-musical.com/jekyll/myarticle.html Che spiega in inglese, ma in maniera molto piu chiara di me quello che volevo dire io...

giovedì 20 settembre 2007

"And so I'm back"...

Dopo quattro giorni di degenza in ospedale mi hanno rimandato a casa stamani...  Ho ancora i punti (me li tolgono lunedì), ma in considerazione del taglio che mi hanno fatto, non sto poi troppo male... Solo che non posso ridere troppo, perché mi tirano tutti i muscoli addominali tagliati dall'operazione...


E adesso ho 15 giorni di convalescenza a casa. Considerando che l'operazione non ha intaccato le mie facoltà critiche, potrei dedicarmi a diversi post che ho in mente...

giovedì 13 settembre 2007

Comunicazione di servizio

Carissimi & fedeli lettori (also known as Franz & Joseph... ),


Vi avviso che la prossima settimana, causa ricovero ospedaliero, non sarò online. Lunedì mattina alle 7.00 mi aspetta il chirurgo per aprirmi la pancia... Se tutto si svolge regolarmente, mi dovrebbero dimettere giovedì o al massimo venerdì. Quindi non preoccupatevi se per qualche giorno non mi vedete...


Per il tempo in cui sarò ricoverata (e poi anche per il periodo della convalescenza) ho intenzione di leggere i Miserabili: potrei trarne qualche spunto interessante per qualche discussione su questo blog... (Anche se ultimamente la mia testa è tutta un rifrullo di idee che vorrei discutere con voi. Decisamente, le idee non mi mancano, è il tempo di concretizzarle che è poco... )


Voglio comunque lasciarvi con una buona notizia. Le Vereinigten Bühnen Wien compiono 20 anni, e si (e CI) fanno gli auguri con un superconcerto a Vienna con star come Pia Douwes, Maya Hakvoort, Susan Rigvava-Dumas, Carin Filipcic, Marjan Shaki, Uwe Kröger, Thomas Borchert, Lukas Perman...


Ecco il link della notizia ufficiale: http://www.musicalvienna.at/produktionen/uebersicht/aktuell/t6_296


Non sarebbe brutto andarci, eh?


 

martedì 11 settembre 2007

"Legally blonde" su MTV

Ecco un'altra riprova (se ne avessimo avuto bisogno) del divario musical-e che esiste tra l'Italia e il resto del mondo...


Fonte. In pratica MTV ha deciso di registrare live una performance del musical "Legally blonde", basato sul film con Reese Witherspoon, e di trasmetterlo in TV mentre lo spettacolo è ancora in scena a Broadway.


Una mossa interessante e in parte coraggiosa, visto che un passaggio TV potrebbe incidere negativamente sugli incassi dello spettacolo (e poi negli Stati Uniti non si corre il rischio di pirateria?). MTV è un canale pensato per i giovani, ed il fatto di proporre un intero musical potrebbe essere utile per avvicinare una nuova generazione a Broadway. La scelta del musical è anche piuttosto azzeccata. Si tratta di uno spettacolo leggero, divertente e ironico, basato su un film che ha avuto un discreto successo qualche anno fa. Non un salto nel vuoto quindi per lo spettatore, ma un qualcosa di già conosciuto, e di gradevole... Non quei polpettoni lacrimosi che piacciono a me... ;-P


Chissà cosa potrebbe succedere in Italia con una mossa del genere... Che spettacolo verrebbe scelto? Che audience farebbe? Potrebbe avere un effetto positivo sul pubblico della TV? "Ai posteri l'ardua sentenza" direbbe un certo Alessandro...


Comunque in questo momento la domanda vera è un'altra... Chi di voi prende MTV America con il satellite e registra "Legally Blonde" per tutti??? ;-)))

venerdì 7 settembre 2007

Ancora TV

Stamani ho comprato "Tv sorrisi e canzoni", per leggere un'interessante intervista alla svizzera più amata dagli Italiani, Michelle Hunziker, e delle sue intenzioni lavorative per il prossimo anno. (Franz sa di cosa parlo...)


Ma non è di questo che voglio parlare oggi, anche perché non ho voglia di fare l'ennesima inutile polemica sullo "stunt-casting" nel teatro italiano e sulla presunzione di certi personaggi che credono di essere in grado di fare tutto (o sulla falsità degli amici che glielo fanno credere).


Volevo piuttosto segnalarvi altri due appuntamenti musicali (o quasi ) in onda in questi giorni sui canali in chiaro della nostra TV.


1 - Mercoledì 12 settembre, ore 9.05, Raitre: "Viale del tramonto" (Ci credete che ne parlavo proprio ieri sera?)
2 - Sempre Mercoledì 12 settembre, ore 21.05, Raidue: "Mary Poppins"


"Viale del tramonto" oltre ad essere un capolavoro del cinema già di suo, ha dato anche lo spunto ad ALW per scrivere uno dei suoi migliori spettacoli, "Sunset boulevard". Gloria Swanson offre in pratica l'interpretazione di se stessa, mentre William Holden è davvero convincente nella parte di Joe (il mio personaggio preferito però resta Max, il marito - domestico di Norma).


E "Mary Poppins" è uno di quei film che non importa quanto siano zuccherosi, né quante volte li abbia già visti, riguardo sempre volentieri. Julie Andrews è al top della forma, e canta divinamente... Anche doppiata in Italiano...  La mia canzone preferita è quella della vecchietta che dà da mangiare ai piccioni, che non ho mai saputo se è stata mantenuta nello spettacolo...

giovedì 6 settembre 2007

Off topic

...ma doveroso post-delirio sulla scomparsa del più famoso tenore italiano.


Penso che quasi tutti noi che amiamo il musical siamo in qualche modo legati all'opera. Magari abbiamo proprio cominciato con la lirica, virando poi su un genere più contemporaneo. Oppure, di musical in musical ci siamo avvicinati all'operetta e poi alla sua sorella maggiore...
E al di là di questo, non credo sia possibile essere italiani ed ignorare completamente la forma d'arte che più di ogni altra ci rappresenta nel mondo. In fondo lasciamo volentieri il balletto ai russi, il cinema ai francesi e agli americani, e il teatro agli inglesi, ma siamo orgogliosi di essere la patria del "Bel Canto"... Chi di noi non ha MAI cantato "Vincerò", "Che gelida manina" o "Libiamo ne' lieti calici", per lo meno da solo sotto la doccia? 


Al di là della sua bravura tecnica (sulla quale non sono in grado di esprimermi), Luciano Pavarotti era diventato un po' un simbolo, tutti lo conoscevano e lo ri-conoscevano anche per i suoi concerti con Carreras e Domingo, e per i vari Pavarotti & friends, che di tanto in tanto anche la Rai ci presentava.  Non vi so dire quanti CD ci siano in casa mia, più o meno nuovi, che riportano sotto il titolo "Luciano Pavarotti".


Che il tenore fosse malato si sapeva da tempo, e ne avevamo avuto conferma anche in Agosto, quando era stato ricoverato a Modena. Ma la fine è stata improvvisa, e forse è meglio così per tutti. Ci mancherà Luciano, con quella sua aria da Babbo Natale, quel sorriso aperto e simpatico, e con la sua voce che l'ha reso famoso in tutto il mondo.

giovedì 30 agosto 2007

Ecco invece il musical che mai vorrei vedere sulle scene... (Anche se la fonte non è delle più autorevoli)


http://www.sundaymirror.co.uk/news/sunday/2007/08/26/harry-potter-the-musical-98487-19689251/


Per quanto io abbia divorato tutti e 7 i libri della serie, questo mi sembra veramente un voler spremere fino all'ultimo la gallina dalle uova d'oro (ma a JK Rowling l'hanno chiesto? E lei che ne dice?)


E un altro tema che non mi ispira granché (e che vedevo ieri sera in TV) è la vita di Lady D... Su Rete4 ne hanno fatto una vera e propria agiografia, con Diana povera principessa maltrattata da tutti, osteggiata dalla corte e tradita dal marito che si trasforma in angelo dei poveri e del popolo. Se ne facessero un musical così potrei vomitare (scusate la finesse). Come del resto non ho mai visto i film tutto saccarosio su Sissi.


Se magari facessero della principessa una figura più a tutto tondo, evidenziandone anche i difetti, se ne potrebbe parlare... Anche se musical-ritratti di donne reali famose ne ho già visto un altro... 


"Die Königin ist in - Man spricht von ihr seit über hundert Jahren
Doch wie sie virklich war, das werdet ihr aus keinem Buch und keinem Film erfahr'n
Was ließ ihr die Vergötzung?
Was ließ ihr noch der Neid?
Was blieb von ihrem Leben als Bodensatz der Zeit?
Kitsch!"