domenica 30 settembre 2007

Musical trasformisti - parte seconda

Se i cambi operati su Jekyll & Hyde sono stati significativi e hanno comportato certe variazioni nella trama della storia, questo non è niente rispetto a quello che è successo al più famoso musical degli ABBA, Chess.


Per certi versi, questo musical è un capolavoro incompleto. La musica è geniale, piena di riprese e di leitmotiv che si ripresentano in continuazione, “haunting” per dirla con gli amici anglo-americani (anche se, lo ammetto, ci ho messo un po’ a fare l’orecchio a questo sound un po’ anni ‘80). I testi sono stati scritti da Tim Rice (devo dire di più?) e in certi momenti sono geniali, come sempre.


IMHO, quello che è mancato per renderlo veramente indimenticabile è stata una trama chiara e lineare. In questo caso si può veramente dire che lo spettacolo cambia completamente aspetto a seconda di dove viene rappresentato. E non trovo che una versione sia nettamente superiore all’altra, motivo per cui la confusione è ancora maggiore…


Gli ABBA (o meglio, Benny Andersson e Bjorn Ulvaeus, ma per brevità continuerò a scrivere ABBA ;-P) cominciano a lavorare a Chess nei primi anni ’80, tant’è che il “London Concept Recording” è del 1984. Lo spettacolo ha poi aperto a Londra nel 1986 e a Broadway nel 1988.


 


All’epoca del “London Concept Recording” la trama prevedeva una prima partita di scacchi tra “The American” (poi battezzato Freddie) e “The Russian” (Anatoly) a Merano (Merano – Where I want to be - Opening Ceremony). La partita è carica di tensioni non solo sportive ma anche politiche (siamo ancora in periodo di guerra fredda), ed infatti il primo incontro si conclude con una scacchiera fatta volare per aria (Quartet – The american and Florence/Nobody’s side). L’intervento di Florence Vassy, il secondo di Freddie, e di Anatoly riesce in qualche maniera a riportare i due campioni al tavolo da gioco, oltre che a scatenare una certa simpatia tra l’uomo e la donna (Montain duet). In compenso i rapporti tra Florence e Freddie si fanno sempre più tesi, e alla fine del match lei lo lascia (Florence quits). Dopo la vittoria, Anatoly riesce ad ottenere un visto per un paese occidentale, anche se sa che la sua patria sarà sempre la Russia (Anthem).


Secondo atto: un anno dopo, a Bangkok, Anatoly deve difendere il suo titolo contro un nuovo sfidante dall’Unione Sovietica, mentre Freddie si trova lì solo in veste di osservatore (One night in Bangkok). Florence è a Bangkok con Anatoly, che ha frequentato dal momento della sua defezione, e si interroga sul futuro della loro relazione, soprattutto alla luce del fatto che le autorità sovietiche hanno portato con loro a Bangkok Svetlana, la moglie di Anatoly (Heaven help my heart – Argument – I know him so well).


Intanto Freddie, manovrato Molokov, cerca di spaventare Anatoly e di riconquistare Florence dichiarando di avere informazioni su suo padre, che lei non ha visto da quando ha abbandonato l’Ungheria durante la repressione sovietica del 1956, che potrebbero essere rivelate a certe condizioni (The deal). Ma, respinto da entrambi, si lascia andare all’autocompatimento (Pity the child).


E finalmente si arriva alla finale (Endgame): Anatoly stravince contro il nuovo campione sovietico, e mentre lo fa si rende conto che il successo professionale è quello che gli interessa maggiormente (“Finding out at last my one true obligation”), e che non ci sono possibilità di riconciliazione né con Svetlana, né con Florence, nonostante si amino, come entrambi riconoscono nel finale (You and I).


 


La versione che aprì a Londra nel 1986 era basata su questa trama, anche se alcune piccole modifiche erano già state fatte (la principale era lo spostamento di Pity the child nel primo atto, che rende Freddie un personaggio più debole, una macchietta nelle mani di Molokov per tutto il secondo atto). I commenti dei giornali variarono da “Noioso e piatto” a “ammirevole, un bel lavoro”. Tuttavia lo spettacolo restò in cartellone per circa tre anni, chiudendo nel 1989. Non eccellente per gli standard anglo-americani, ma sicuramente più che onesto per uno show di cui alcune critiche avevano detto “here one is confronted by an inchoate mess”.


 


In preparazione dell’apertura a Broadway, il team creativo decise per una riscrittura completa dello show. In linea di massima venne aggiunta una sottotrama (partendo da elementi solo accennati a Londra) sul padre di Florence. Lo spettacolo si apre quindi a Budapest nel 1956, dove l’uomo spiega alla bambina i fondamenti degli scacchi (The story of Chess). Ci si sposta poi al presente: il campionato mondiale si sta per aprire a Bangkok. Qui la song-list segue abbastanza fedelmente quella del London Concept: ci sono infatti la Press Conference, Where I want to be, il Quartet che segue la prima partita di scacchi tra Freddie e Anatoly, e il litigio tra Freddie e Florence. Florence ha ottenuto in questa versione un altro paio di canzoni che approfondiscono il suo rapporto con Freddie. La prima è “How many women”, un pezzo ritmato dove lei in parte rimpiange la scelta fatta di essere il secondo di Freddie (“How many women – articulate women/with something to shout about spend their time/playing a game in which silence is gold/and speaking a crime?” – e uno dei miei versi preferiti, che dimostra il genio di Tim Rice: “All of my struggles for qualification /my nights with Goethe and Proust/ Recklessly abandoned/ For you who thinks Checkov is king to G3/ And Joyce my college roommate”), l’altra è la famosa “Someone else’s story”, più una ballata in cui la donna riflette sulla sua storia con Freddie.


Dopo il litigio con Florence, Freddie si immerge nella vita notturna di Bangkok (One night in Bangkok) mentre Florence e Anatoly si incontrano per discutere della partita, scoprendosi attratti l’uno dall’altro (Terrace duet). Questo fa infuriare Freddie, causando il litigio definitivo tra lui e Florence e la sua sconfitta nel campionato mondiale. (Florence quits e Nobody’s side). Anatoly decide di lasciare Bangkok con Florence perché si è innamorato di lei (Anthem).


Atto II: a Budapest si sta per svolgere la seconda metà del campionato mondiale di scacchi, con gli stessi giocatori di Bangkok, e la città si prepara ad accogliere i campioni (Hungarian folk song). Ad Anatoly è stato concesso di giocare ancora per l’URSS nonostante la sua defezione precedente. A questo punto si sviluppa una specie di spy-story gestita da Molokov e Walter. I due cercano di contrattare con Anatoly il suo rientro in patria in cambio di informazioni sul padre di Florence. Questa situazione, sommata al fatto che Svetlana è effettivamente arrivata a Budapest e si è incontrata con Florence (I know him so well), sta causando problemi alla concentrazione di Anatoly, che sta perdendo la finale contro Freddie. Finalmente Florence viene accompagnata a incontrare l’uomo che dovrebbe essere suo padre (Lullaby). All’apice della finale tra Freddie e Anatoly, il russo decide di accettare l’offerta del KGB, di rientrare in patria con Svetlana affinché Florence possa restare con suo padre, e fa volutamente una mossa sbagliata che consente a Freddie di vincere (Endgame). All’aeroporto, Florence e Anatoly cantano per l’ultima volta You and I, dichiarando di amarsi ancora, anche se la vita li divide.


Nonostante le modifiche apportate per Broadway, lo spettacolo rimase aperto soltanto per circa tre mesi, e da allora è stato ripreso di tanto in tanto soltanto sotto forma di tour e concerti.


 


A mio modo di vedere, entrambe le versioni hanno delle pecche, e nessuna produzione seguente è stata in grado di correggerle del tutto (dopo il flop a NY ci sono state una versione australiana mai registrata su CD, una produzione danese e una svedese di cui esiste anche un DVD, oltre ad un paio di concerti di beneficenza). Il Concept londinese presenta tre personaggi interessanti, non stereotipati. Ma il fatto di avere il secondo match di scacchi giocato da Anatoly contro un altro campione sovietico ha due effetti negativi: introduce un personaggio inutile a metà della storia (perché del secondo campione sovietico non sappiamo assolutamente niente) e toglie suspence alla partita. D’altra parte, la sottotrama relativa alla riunione di Florence con suo padre introdotta a Broadway crea problemi diversi. In primo luogo, dà allo spettacolo un sottofondo da storia patetica che a me personalmente non piace molto. E poi snatura il personaggio di Anatoly. Mentre nel London Concept tutti e tre i personaggi principali hanno i loro bei difetti, nessuno dei tre è il classico eroe da favola, a Broadway si cerca di fare quest’operazione con Anatoly, facendogli perdere la finale con Freddie solo per amore di Florence. Dall’uomo che trovava che il successo personale fosse la sua “one true obbligation” si passa all’uomo che diceI cannot go on hurting all the people who have trusted me”. Però le canzoni che sono state aggiunte per Florence sono dei bei pezzi, e il musical perderebbe qualcosa se venissero tagliati (tra l’altro, una delle ulteriori modifiche apportate dopo il flop di Broadway è stata quella di “passare” la canzone Someone else’s story a Svetlana piuttosto che a Florence, per dare un certo risalto anche a questa figura minore.) Allo stesso modo, mi piace molto The story of chess in apertura di spettacolo, com’è stato fatto a Broadway. Ma se si elimina il padre di Florence, la canzone resta senza padre…



Un altro fattore critico di questo spettacolo è la sua collocazione temporale. Perché la trama funzioni al meglio, bisogna ipotizzare di essere ancora in regime di guerra fredda. Solo così si comprende la tensione che si è creata per la partita di scacchi tra un campione sovietico e uno americano, solo così certe scena acquisiscono il loro pieno significato (la sequenza US vs. USSR, la defezione di Anatoly), solo così l’intrigo tra CIA e KGB del secondo atto ha un senso. Eppure, via via che la situazione storica cambiava sono stati fatti vari tentativi di modernizzare l’opera (in fondo tra il 1984 del Concept Recording e il 1988 dell’apertura a Broadway si era aperta l’epoca della glasnost, per non parlare delle edizioni seguenti). Non oso pensare a cosa potrebbe saltare fuori se si ambientasse un Chess nel 2007 (senza contare che una Florence fuggita dai moti ungheresi del ’56 avrebbe almeno una cinquantina d’anni, e forse non sarebbe così attraente… ;-P)


Bene, qui ho cercato di sintetizzare qualche punto critico dello spettacolo… Se vi interessa approfondire vi rimando a questi link: http://storyofchess.blogspot.com/


http://www.geocities.com/ky_guy_4/chess/chessthemusical.htm


oltre che alla pagina di Wikipedia su Chess the musical.


E ovviamente sono benvenuti tutti i vostri commenti…

Nessun commento:

Posta un commento