domenica 28 febbraio 2010

Sondaggino delle 13.45

Quanti di voi, che conoscono il musical, che magari hanno letto qualche libro sul tema, stasera si metteranno a vedere la fiction su Elisabetta d'Austria interpretata da Cristiana Capotondi??


Io sono molto combattuta... Prima di tutto, perché la domenica sera è dedicata a NCIS, e guai a chi me lo tocca. E in seconda battuta perché non amo molto queste fiction televisive dove di ogni personaggio si presentano solo i lati positivi...


Eventualmente, ci pensate voi a raccontarmi com'era? 

venerdì 26 febbraio 2010

Quer pasticciaccio brutto de Rodolfo d'Asburgo...

(...mi perdoneranno i romani veraci per la citazione di Gadda...)


Signori, devo farvi una confessione. Ci ho provato, ho ascoltato il CD del Vienna Cast più e più volte, ho visto il DVD... Ma nonostante tutto, questo Rudolf non mi intriga.


Che c'entra, non discuto l'allestimento sfarzoso, l'orchestra delle Vereinigten Bühnen Wien, le capacità vocali degli attori, tutte cose che come sempre sono ottime. Ma la storia e la musica non riescono ad appassionarmi. Ce l'ho messa tutta, ero pronta ad innamorarmi di questo spettacolo: un compositore che mi piace, un argomento interessante che poteva essere sviluppato in tanti modi, e a garanzia del tutto proprio la qualità del teatro viennese.
E invece lo spettacolo mi sembra un pasticcio insipido che sfiora appena le varie sfaccettature del vero Rodolfo d'Asburgo, per concentrarsi solo sulla sua storia con Maria Vetsera (che, sia detto tra parentesi, la sottoscritta non approva. Principe o non principe, matrimonio d'amore o d'interesse, quando sei sposato non vai in giro a cercare altre donne). Lo spettacolo si trascina lento, senza che succeda niente di eclatante: sappiamo subito che Rudolf non approva la politica conservatrice di suo padre, che pubblica sotto pseudonimo libelli liberali e che è invischiato in una nuova alleanza per l'Europa. Eppure, per tutto il primo atto Rudolf non fa altro che parlare. Sarà anche "Zeit zu handeln", tempo di agire, ma tranne andare ad un ballo e pattinare con Maria Vetsera non fa altro...  Tant'è che ancora dopo cinquanta minuti di spettacolo si chiede "Wann bin ich bereit, was ich bin zu sein"...
Anche nel secondo atto, prima che finalmente il nostro buon principe si decida a fare qualcosa ci vuole un sacco di tempo. Ha anche un intermezzo da Quasimodo-Rudolf, in cui dice che il mondo è cattivo, che lui non voleva essere un principe... Per carità!!  Finalmente si decide (alla mezz'ora del secondo atto, "fängt mein Kampf nun mal endlich an"...), fa un bellissimo discorso che accende le folle ("Der Weg in der Zukunft", uno dei pochi pezzi che mi piacciono davvero)... E poi non succede più niente di nuovo! Tutto quello che fa Rudolf è firmare la benedetta pergamena con la Costituzione d'Europa e spararsi con Mary. Non c'è un motivo reale per cui i due si sparano! Anche se FJ ha scoperto il "complotto" del figlio e gli ha ordinato di mettere l'uniforme prussiana, non credo che questo costituisca un disonore tale da costringere un uomo al suicidio...


Trovo che anche la musica sia particolarmente insulsa. Sarò parziale, lo ammetto, ma il Dracula di Wildhorn è uno dei miei score preferiti. Mi piace molto Montecristo, mi piace Jekyll and Hyde... Insomma, conosco Wildhorn, i suoi punti di forza e le sue debolezze, ma Rudolf nell'insieme mi sembra poco riuscito. Le canzoni, prese singolarmente, non sono brutte, ma tutte insieme tendono troppo allo smielato e poco all'azione. "Marys Lied", "So viel mehr", "Vertrau in uns", "Die Liebe lenkt", "Kann ich einfach gehen"... Sono tutte canzoni d'amore lente e un po' noiose, che non portano avanti la storia. Invece, i miei pezzi preferiti sono quelli dove i personaggi mostrano un po' di carattere. Ad esempio mi piace molto la canzone di Stephanie, "Du bleibst bei mir!", anche se fa apparire la moglie di Rudolf come una donna fredda, attaccata solo al potere ("Ich bleib die Frau hier beim Thron... mir wird den Adel Europas als Kaiserin eheren"). Altri pezzi discreti sono "Zeit zu handeln", "Mut zur Tat" e "Die Weg in die Zukunft", ma soprattutto "Die Fäden in der Hand", che con il suo ritmo resta in mente già al primo ascolto.

Insomma, mi dispiace un sacco doverlo ammettere, ma credo di capire perché questo show abbia avuto poco successo... E così il nostro buon Frank si è giocato un altro musical...

giovedì 18 febbraio 2010

Stiamo lavorando per voi...

Venerdì scorso ho visto il DVD di Rudolf, e sto scrivendo una recensioncina per i miei 4 lettori che l'hanno visto e apprezzato...  


E' che ultimamente è un periodo un po' impegnato (maggiori informazioni quando le cose saranno a posto), e quindi il tempo per queste piacevolezze è scarso...  


Comunque ribadisco: "Work in progress"...

martedì 9 febbraio 2010

Phantom never dies

E così, il famigerato sequel del Fantasma dell'Opera sta prendendo vita. Anzi, ormai è in dirittura d'arrivo, visto che dal 20 di febbraio ci saranno i preview all'Aldephi, e aprirà definitivamente il 9 marzo.
Ed ecco che si trovano sempre più video in giro...


CONEY ISLAND WALZ:



TILL I HEAR YOU SING ONCE MORE:



LOVE NEVER DIES, la "title song":



Prima che me lo diciate, quest'ultima canzone riprende "Our kind of love" da "Beautiful game". Gli esperti di Lloyd Webber sostengono che questo brano fosse stato scritto per il Phantom sequel già nel 1997, quando il maestro cominciò a pensare all'eventualità di un sequel per il suo più grande successo. il titolo originale era "The Heart is slow to learn", e anche questa versione si può trovare sul tubo (attenzione però a non incappare nella versione di Wildhorn con lo stesso titolo, scritta per il Dracula versione Broadway). Quando poi il progetto del Phantom sequel fu accantonato, Lloyd Webber riciclò la sua canzone per "The Beautiful game". E ora che Love never dies è una realtà, il brano è tornato al suo posto originario.


Beh, che dire... Comincio ad essere curiosa. Quasi quasi mi pre-ordino il doppio cd...

venerdì 5 febbraio 2010

Rückblick parte seconda - Londra e New York

Dopo aver affrontato il mondo austro-tedesco, vorrei fare un rapido excursus sul 2009 musicale di Londra e New York. (tutti i dati sono tratti da musicalzentrale.de)
In un anno di crisi come quello che si è appena concluso, entrambe le capitali hanno puntato sui revival: a New York su tredici aperture ci sono stati 7 revivals, mentre a Londra se ne sono visti “solo” quattro.


I risultati dei quattro revival di Londra sono stati dominati da “Oliver”, che ha potuto contare su una grande attenzione da parte dei mass media grazie alla partecipazione di Rowan – Mr. Bean – Atkinson e al casting show utilizzato per scegliere la protagonista femminile. Questi elementi hanno fatto sì che le vendite dei biglietti si mantenessero molto elevate e superassero quelle degli altri revival londinesi. Infatti sia “Rat Pack” che “Shout” hanno chiuso nell'arco di poco tempo (per Shout si è trattato addirittura di una sola settimana!). L'unico altro revival degno di nota è stato quello di “A little night music”, che infatti più tardi nell'arco dell'anno è stato trasferito a New York. Tuttavia, senza star nel cast, lo show ha dimostrato ancora una volta che Sondheim non è scritto per il grande pubblico, e ha chiuso dopo 4 mesi nonostante le critiche positive dei giornali.


A New York “Guys and dolls” ha avuto scarso successo sia di critica che di pubblico, ed è riuscito a resistere solo quattro mesi. È andata meglio a “Hair” e a “West Side Story”, due show che hanno potuto contare sul "nome": sono piuttosto conosciuti dal grande pubblico e infatti hanno registrato buoni numeri nonostante qualche scelta registica particolare (per West Side Story si è scelto di recitare una parte delle scene in spagnolo). Tuttavia, entrambi gli spettacoli hanno visto un calo degli spettatori a partire dall’autunno.
Da dimenticare i revival di “Finians Raimbow” e “Ragtime”. Questi show infatti non hanno potuto contare sul richiamo né del titolo (si tratta di show pressoché sconosciuti al grande pubblico – e a me...), né su quello degli attori: in questo caso le critiche erano molto positive, ma i numeri non sono stati sufficienti per rimanere aperti.
Degno di nota invece il revival della commedia rock “Bye Bye Birdie”, che si è rivelato uno dei successi commerciali dell'anno nonostante le critiche tiepide, grazie alle star TV arruolate per i ruoli principali. Lo stesso si può dire per “A little night music”, dove i nomi di Angela Lansbury e Catherine Zeta Jones hanno mantenuto alta l'attenzione per uno show certo non semplice come quelli di Sondheim.


Per quanto riguarda i nuovi spettacoli, i due titoli di maggior rilievo a Londra sono stati “Priscilla – Queen of the desert” e “Sister Act”, entrambi tratti da film, entrambi commedie da buon umore, con ritmi pop e costumi colorati. Nonostante tutto, le somiglianze si fermano qui: mentre per Priscilla è difficile trovare biglietti, per "Sister Act” sono spesso disponibili posti a metà prezzo, e si sussurra che si stia già cercando uno show per sostituire le suore canterine di Whoopi Goldberg.
Altre première londinesi hanno visto lo sbarco al di qua dell'oceano di “Spring Awakening”, che ha chiuso dopo sole sette settimane, e l'apertura di un musical completamente originale sull'ultimo anno di vita di Ernest Hemingway, “Too close to the sun”, che però è stato annientato dalle critiche negative.
È andata meglio al jukebox musical “Dreamboats & Petticoats”, basato su canzoni degli anni '60, che ha avuto un successo sorprendete sia come vendite di biglietti che a livello di CD. Lo spettacolo è andato in scena per tre mesi nel West End, e dovrebbe riaprire come open-end nel 2010.
A dicembre infine hanno aperto “A Christmas Carol”, in tema con la stagione, e un altro transfer da Broadway, ovvero la commedia “Legally Blonde”, che a New York è stato in scena per un anno e mezzo, e che si inserisce nello stesso filone “feel-good” di Priscilla e Sister Act.


Invece a New York hanno aperto sei novità. Di queste solo una è stata tratta da un film, un dato in controtendenza rispetto agli anni scorsi: “9 to 5”, che per di più si è rivelato uno dei flop dell'anno. (nonostante buone critiche dei giornali sia per il cast che per la musica, composta dalla cantante country Dolly Parton).
A New York si sono visti anche due musical da camera, con cast ridotti e scenografie essenziali, “The Story of my life” e “Next to Normal”, che hanno avuto risultati diametralmente opposti: mentre “The story of my life” ha chiuso dopo tre soli giorni, “Next to normal” si è rivelato una sorpresa conquistando anche tre Tony Awards, tra cui quello per la migliore attrice a Alice Ripely e quello per "best original score". La storia particolare, di una famiglia che deve affrontare la malattia psichica della madre, l'ottimo cast e il passaparola anche via Internet hanno fatto in modo che lo spettacolo continuasse a far parlare di sé e a vendere biglietti.
Una delle hit dell'anno a New York è stato l'ennesimo compilation show, “Rock of ages”, che ha potuto contare più sull'orecchiabilità delle musiche (rock anni '80) e sull'effetto party piuttosto che sulla trama. In autunno infine hanno aperto ancora due spettacoli, entrambi sulla discriminazione razziale: “Memphis”, storia della relazione tra una donna bianca e un uomo di colore negli anni '50, e “Fela”; musical con sonorità afro sul musicista e attivista politico Fela Kuti. Entrambi gli show sono stati lodati, ma dopo poche settimane le vendite dei biglietti sono calate. Bisognerà vedere se il passaparola potrà mantenere buono il numero dei biglietti venduti.


Per il 2010 si prospettano alcune aperture interessanti: “All the fun of the fair”, con le musiche di David Essex e l'arrivo a Londra del revival di Hair. Ma soprattutto, a Londra si aspetta “Love never dies”, per vedere se Andrew Lloyd Webber riuscirà a scrivere un degno seguito al suo Phantom.
A New York invece aprirà “Addams Family”, del giovane compositore Andrew Lippa, e il revival dello spettacolo “Promises, promises”. Bisognerà vedere infine se finalmente arriverà sui palcoscenici di Broadway il musical “Spider man”, con le musiche degli U2.


Speriamo che sia un anno interessante e pieno di gustose novità...

lunedì 1 febbraio 2010

Eccolo!

Ho mai detto che amo i tedeschi?


Giovedì, proprio per il mio compleanno, i tedeschi di soundofmusic.de hanno spedito il mio pacchettino... E stasera, rientrando dal lavoro, l'ho trovato nella posta.  In tre giorni lavorativi è arrivato, alla faccia della rapidità!!


Penso proprio che venerdì sera sfrutterò l'assenza della mia dolce metà per gustarmi un bel musical tedesco... ("I tuoi mostrini", li chiama lui... )