giovedì 3 luglio 2008

Il Lloyd Webber minore

Quando si parla dell'opera di Sir Andrew Lloyd Webber, generalmente si sottintendono i suoi primi lavori in collaborazione con Tim Rice oppure le sue opere più famose come The Phantom of the Opera e Cats (qualcuno illuminato arriva fino a Sunset Boulevard). E' come se dagli anni '90 in poi il nostro non avesse fatto altro che godere i frutti delle sue opere.
E invece dopo il successo del Fantasma dell'Opera Lloyd Webber ha scritto una serie di altri lavori, tra cui Aspects of love, Sunset Boulevard, The Beautiful Game e The Woman in White. Purtroppo nessuno di questi spettacoli ha mai raggiunto il successo di pubblico dei già citati Phantom e Cats, ma allo stesso tempo nessuno era completamente pessimo, IMHO.


Personalmente apprezzo molto "The beautiful game", scritto in collaborazione con Ben Elton, che aprì a Londra nel 2000, rimase in cartellone per circa un anno e vinse il Best Musical Award nel 2000 (unico show di Lloyd Webber ad avere questo riconoscimento). Si tratta tra l'altro dell'unico musical di Sir Andrew che non è basato su un'opera già esistente. Il Beautiful Game che da il titolo al musical è il calcio, che però è solo un pretesto per raccontare le vicende di sei ragazzi nell'Irlanda degli anni 70, quando la guerra di religione tra cattolici e protestanti era ai suoi massimi.


La storia principale è quella di John e Mary, due ragazzi che si innamorano e si sposano ma la cui felicità è di breve durata, perché John viene arrestato con l'accusa di aver collaborato con dei terroristi. Poi ci sono le storie di Christine e Del, che sono costretti a lasciare l'Irlanda perché lui è protestante mentre lei è cattolica, e ancora Bernadette e Ginger, il cui amore viene stroncato violentemente sul nascere.
Non vi racconto la trama nel dettaglio, se volete (e masticate un po' d'inglese) potete trovarla qui



Può darsi che musicalmente parlando lo score non sia all'altezza di altre opere del nostro, ma a me piacciono molto vari numeri, non solo dal punto di vista musicale ma anche per i loro testi. Chiamatemi una romanticona, ma ogni volta che ascolto "To have and to hold", la scena in cui John e Mary si sposano, mi vengono gli occhi lucidi; e allo stesso modo trovo toccante e divertente la scena seguente "The first time" (toccante: "from now on the only girl you need is me - I am yours until my dying day" - divertente: "Did I get all the right information? What position does a girl prefer?").
E poi c'è "If this is what we are fighting for", in cui Mary si chiede se sia giusto continuare a combattere, e quale sia il fine ultimo della lotta. Daniel, un suo amico, ritenuto colpevole di aver tradito John consegnandolo alla polizia, è appena stato ferito sotto i suoi occhi da un vecchio compagno di squadra:
"We say that justice is our aim
But what does that justice mean?
Condemned without trial, no chance of denial
To cripple men in freedom's name
Is utterly obscene
If men must die, we must ask why
Their murder is not a sin
Though our cause is just, we betray its trust
If this is what we're fighting for I don't want to win
"
Il momento è tragico, e la musica si ferma per non sovrastare le parole. Ho letto che questo pezzo è stato paragonato ad un inno cantato a cappella.
Oppure ancora l'atto d'amore per l'Irlanda, cantato quasi con le stesse parole dalla cattolica Mary e da una ragazza protestante "God's own country", e il terribile finale dell'atto primo, con il funerale di Ginger, e tutti gli amici riuniti che si augurano di avere finalmente un
"ordinary day
When all our pain will finally cease
And we'll be free
To love in peace
"
L'unica canzone che non mi piace è quella che fu scelta come singolo per lanciare lo spettacolo in Inghilterra, ovvero "Our kind of love". Si tratta un po' della classica ballad webberiana. E sì, mi piacciono poco le canzoni leggere ("Don't like you", "The party":.. ), ma questo è un fatto ricorrente, per cui ormai non ci sarebbe bisogno neanche di dirlo...


Le figure positive dello spettacolo sono le donne. Sono principalmente loro che si augurano di poter vivere in pace, ed è Mary a dire che l'odio non porterà da nessuna parte, cercando di convincere John a rimanere con lei dopo che è stato scarcerato. Ancora nel finale Mary si augura che suo figlio possa essere il primo di una generazione a vivere in pace, perchè "No child was ever born to hate".


Dopo gli 11 mesi a Londra, lo spettacolo ha avuto una versione tedesca e, recentemente, una ungherese. Per finire, è di poco tempo fa la notizia che Lloyd Webber e Ben Elton starebbero lavorando per una versione rivista del musical, che si chiamerebbe "The boys in the photograph" e che, secondo quanto riportato qui dovrebbe avere un finale meno tragico rispetto alla versione originale, con la possibilità per John di "redimersi".
Lo spettacolo riveduto e corretto dovrebbe approdare per prima cosa in Canada, e poi, forse, affrontare tutto il nord America. Però devo dirlo: non so se questa notizia mi piace oppure no. Mi sembra una buona idea dare una seconda possibilità ad uno spettacolo che secondo me ha raccolto meno di quanto meritava, ma allo stesso tempo non vorrei che venisse stravolto per adattarsi al gusto del pubblico. Non vorrei vederlo diventare una specie di Chess, di cui esistono talmente tante versioni che non si sa più cosa aspettarsi ad ogni performance...

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