martedì 29 agosto 2006

The light in the Piazza

 Lo so, non dovrei ascoltare "The light in the Piazza". Prima di tutto perché è una storia d'amore così bella che non manca mai di commuovermi. E poi perché parla di Firenze, la mia città. La storia d'amore, prima di tutto. Clara è una turista americana che visita l'Italia insieme a sua madre. Siamo negli anni '50, c'è ancora l'idea del "Gran Tour" dell'Europa, e "turista americano" non è ancora sinonimo di "persona pallida in bermuda e ciabatte". Clara è giovane, bella e ingenua. Incontra un ragazzo italiano e se ne innamora. Incredibile ma vero, lui non è un dongiovanni sciupafemmine, ma un ragazzo sinceramente innamorato. Di nuovo incredibilmente, nessuno muore, ma i due innamorati si sposano.


Forse raccontata così la trama può apparire persino un po' piatta. Niente cattivi, niente ostacoli da superare per i due protagonisti (beh, se soprassediamo sulla differenza di lingue e di cultura, che costringono l'attore che interpreta Fabrizio a cantare più di una volta in Italiano... )


Eppure la storia è bellissima lo stesso. Le canzoni trasudano una dolcezza e un amore incredibili. Ogni volta che le sento mi viene una voglia di trovare un ragazzo come Fabrizio...  *mood romantico OFF*


E poi, come dicevo prima, c'è Firenze. Anche la città, come tutto il resto dello spettacolo, trasuda questa dolcezza, questa luce (da cui il titolo dello spettacolo?). Per me non è difficile immaginare una Firenze immersa in una luce dorata, Palazzo Vecchio sullo sfondo che risplende dorato, una specie di cartolina della città. (Tra l'altro, sono solo io che ha cercato di capire dove fosse "After lobby, after fountain, Go to Arno making left and left again to Tornabuoni All along and then you see Museo. I wait for you in courtyard of Museo Which is looking like a garden"??) E poi in fondo basta ascoltare "Statues and Stories" per vedere come l'autore veda Firenze come il centro del mondo moderno. (o quasi)


 Ma poi vado in giro per quella stessa città, per quelle stesse strade del centro, e trovo sporcizia, ignoranza, indifferenza. E mi faccio il fegato cattivo. Ecco perché non dovrei ascoltare LitP andando a lavorare....

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