giovedì 9 dicembre 2010

The Phantom IN Manhattan


The Phantom of the Opera” va in scena a Broadway dal gennaio 1988, ed è uno degli spettacoli di maggior tenuta al mondo (secondo solo forse a “Les Mis” in scena a Londra dal 1985). Secondo i dati online, il marchio “Phantom” ha incassato in tutto il mondo oltre 5 MILIARDI di dollari, facendone l’evento più redditizio al mondo.
E io, che da otto anni amo questa storia romantica, non potevo evitare di versare il mio piccolo contributo nella mia prima visita a Broadway…

Lo spettacolo è in scena da 23 anni, e si vede: è una macchina perfettamente oliata, che ti trascina con sé fin dal momento in cui il candeliere si solleva e si ricompone sopra le teste del pubblico, per non lasciarti prendere un attimo di respiro fin quasi a metà del primo atto. A questo proposito, ho sempre ammirato come da “Angel of music” fino alla fine di “The music of the night” i pezzi si intrecciano e si fondono l’uno dentro l’altro senza soluzione di continuità, tanto da rendere quasi difficile applaudire per non interrompere il flusso dell’azione. Quando il Fantasma rapisce Christine attraverso lo specchio, e parte la frase musicale più famosa dell'intero score, l'azione è talmente intensa che non si riesce ad interromperla con gli applausi, pur meritatissimi. E la trama si snoda senza perdere un colpo, senza momenti morti anche nel secondo atto, dalla rutilante “Masquerade” (meno noiosa in scena che in cd) alla riflessiva “Wishing you were somehow here again”, fino al climax del “Point of no return” e della scena finale, dove come al solito la sottoscritta non ha potuto fare a meno di versare una lacrimuccia per il tragico destino del fantasma.

È inutile che vi dica come i set siano spettacolari e i cambi di scena rapidi ed efficienti. La scena del lago sotterraneo con la barca che l’attraversa e i candelabri che sorgono dall’acqua è magnifica, così come il rifugio segreto del fantasma. I costumi poi sono bellissimi, variegati e curati nei minimi dettagli. Si dice che la costumista, Maria Bjornson, abbia disegnato di persona più di 200 costumi per l'apertura dello show nel 1986. In effetti se pensate a tutti quelli necessari per “il Muto” e per “Masquerade” il numero è decisamente elevato... Eppure sono tutti veramente stupendi. L'unico che continua a non riscuotere la mia approvazione è quello del Fantasma in “Point of no return”, perché non mi piace quel mantello con cappuccio che nasconde completamente l'attore. Lo so che deve essere così per esigenze di copione, ma davvero non riesco a farmelo piacere.


Ed eccoci agli attori. Noi abbiamo visto l'attuale “first cast”, con Hugh Panaro nel ruolo del Fantasma e Sara Jean Ford in quello di Christine. La vulgata popolare vuole che produzioni della RUG siano molto precise non solo per quello che riguarda set e costumi, ma anche per l'interpretazione che ogni attore deve dare del suo personaggio, tanto da non lasciare quasi spazio all'improvvisazione o comunque a cose diverse dal solito. Non so se sia vero, però entrambi gli attori principali sono stati secondo me molto convincenti.
Hugh Panaro è riuscito a dare al suo fantasma un alone di mistero all'inizio, per aprirsi poco a poco e dichiarare il suo amore a Christine. Point of no return è stata ottima, tra il Fantasma e Christine c'era una grossa tensione, e le loro voci si armonizzavano in maniera perfetta. Nel finale invece, da “Down once more” in poi c'erano la rabbia, il cinismo, la disperazione, tutto nello stesso personaggio. Vocalmente, Hugh è un tenore che conosce la sua parte e che non ha difficoltà nell'affrontarla.
Sara Jean Ford è riuscita a far passare al pubblico la crescita del personaggio di Christine, che troppo spesso viene descritta come un'ingenua senza speranza... Invece in questo caso secondo me si è visto benissimo come inizialmente Christine desideri solo compiacere il suo angelo della musica, mentre più avanti nella storia inizia a sentirsi combattuta tra l'amore per Raoul e la pietà per il fantasma. Nella scena finale Christine è ormai una donna, che prima lotta per il suo uomo poi lascia spazio alla voce del suo cuore e alla pietà che prova per la vita sciagurata del fantasma.
Il resto del cast è stato molto buono. Le scene comiche sono sostenute principalmente da Piangi e Carlotta con i due manager, mentre Raoul fa il Raoul. Innamorato sul tetto dell'opera, un po' troppo “sborone” quando sfida il fantasma nella scena del cimitero.
Resto convinta che Christine avrebbe dovuto scegliere il fantasma... Prima o poi mi toccherà andare a vedere Love never dies...

Un paio di note varie:
- davanti a me c’era un signore orientale (cinese, coreano?) che ha dormito da metà del primo atto fino alla fine dello spettacolo, senza farsi svegliare da candelabri volanti, palle di fuoco o Mi sovracuti…
- Avete presente la “Mirror Bride” che il Fantasma mostra a Christine alla fine di “Music of the night”? Bene, quando con l’abito da sposa ho provato il velo, mi sono vista quell’immagine davanti agli occhi… ed ho rinunciato ! (non che fossi stata molto incline già dall’inizio… )

4 commenti:

  1. Credo che il Phantom a Broadway sia una delle esperienze più intense per noi malati di musical. Grazie per questo post, ho rivisto con gli occhi della mente tutto lo show, che vidi nel 2003 a Stoccarda, nella sua versione tedesca. Ma prima o dopo una capatina perlomeno a Londra ci vuole, e devo portarci anche Beatrice, che conosce già benissimo la celeberrima maschera del "fantàma del' òpea"...
    Franz

    RispondiElimina
  2. Quel che ho letto del tuo resoconto su Phantom , mi ha fatto risvegliare i ricordi del periodo in cui l'ho fatto ad Amburgo ed è vero; l'unico neo della produzione NY è che il candelabro scendeva troppo lentamente rispetto ad Amburgo, ma per il resto MAGIA PERFETTA!!!!

    RispondiElimina
  3. Il Fantasma dell'Opera è davvero magia allo stato puro. L'esperienza teatrale poi, è la sua forma definitiva. Certo, il CD è un ottimo surrogato, ma il film del 2004 ... Lasciamolo perdere!
    Comunque, solo dal vivo lo spettacolo si esprime al massimo delle sue potenzialità, non solo per i set stratosferici e per i costumi bellissimi, ma per i personaggi in scena che interagiscono tra di sé e che ti trascinano con loro dentro la storia.

    E visto che tutti i commentatori hanno visto il Phantom tedesco, vi confesso che anch'io l'ho visto per la prima volta dal vivo in Crucconia... :-D

    RispondiElimina
  4. Più che "visto", l'utente anonimo precedente l'ha "fatto" ad Amburgo! Chissà chi è?

    Franz

    RispondiElimina