Non mi è facile decidermi a proposito di Love never dies. Sono sempre stata contraria all’idea di dare un seguito alla storia del Fantasma dell’opera, ma purtroppo non sono io che decido le opere di Lloyd Webber… E quindi mi sono rassegnata e preparata al disastro o al trionfo. (anche se tendo ancora al “Disaster beyond your immagination”… )
Musicalmente, il CD non mi dispiace. Ci sono pezzi riusciti e pezzi più noiosi, brani che si ricordano subito e altri che … si dimenticano appena finiti. Ma il problema di questo spettacolo, almeno per me, non è la musica (su cui ritornerò dopo), ma la storia e i protagonisti.
ACHTUNG ACHTUNG! Da qui si entra nei dettagli della trama, se qualcuno non li conosce e non li vuole conoscere, smetta di leggere!!
La trama dello spettacolo ricorda una fan-fiction di quarta categoria, e tutto ciò è reso ancora peggiore dai personaggi completamente diversi dagli originali. E’ vero, sono passati dieci anni e in dieci anni succedono tante cose, ma i personaggi sono così cambiati che è difficile provare ancora per loro gli stessi sentimenti di una volta.
Raoul, l’affascinante e coraggioso ragazzo che nel Phantom prometteva amore eterno a Christine è diventato un giocatore che ha dissipato il patrimonio di famiglia, ma soprattutto un alcolizzato rancoroso (perché poi? Non ha avuto Christine come voleva?) e cattivo con la moglie e con il figlio.
Madame Giry, una donna severa e tutta d’un pezzo è ora avida e meschina, che per il denaro del Phantom non esita a desiderare che Gustave non fosse mai nato. E la povera Meg, trasformata da ballerina classica a starlette dell’avanspettacolo tutto ammiccamenti e vedo-non vedo, che si prostituisce per il bene del Fantasma…. Mi sembra un po’ eccessivo.
Per tacere della notte di passione tra il Fantasma e Christine…. Pur ammettendo che quest’idea mi sembri meno strana delle altre (che ci posso fare se tifo per Erik?), resta pur sempre completamente fuori da quello che in letteratura si chiama “canone”, ovvero il modo in cui un personaggio è descritto nell’opera originale. Non mi sembra che nel Phantom si accenni mai ad una passione fisica di Christine per il Fantasma… (e poi, ora faccio un appunto in qualità di donna senza figli: come fa Christine ad essere certa certa che il figlio sia del Fantasma? Se anche la sera prima delle nozze ha avuto questa notte con Erik, si immagina che comunque la prima notte di nozze l’abbia passata con Raoul, e che i due abbiano anche consumato, quindi il figlio potrebbe sempre essere di Raoul. O no??)
Dal punto di vista musicale, ho trovato diversi pezzi interessanti. Il mio preferito per il momento resta "Till I hear you sing", una ballatona molto classica e molto bella che fa elevare la voce di Ramin Karmiloo à la "Music of the night". Un altro brano che si sta insediando tra i miei preferiti è "Beneath a moonless sky". Certo, è un pezzo che richiama molto l'opera (a me sembra Puccini, ma non me ne intendo), ma è particolarmente incalzante... ed è riuscito a farmi spuntare la lacrimuccia traditrice...
Poi mi piace la virata "Wildhorniana" di Lloyd Webber, ovvero "Devil takes the hindmost", che non so perché mi ricorda "A story told" dal Montecristo di Wildhorn. Ci sono ancora una serie di canzoni piuttosto gradevoli (tra cui quelle "leggerine" da avanspettacolo): "The Coney Island Waltz", "Dear old friend", "Heaven by the sea", "Only for him/Only for you", "Bathing beatuy"...
Meno azzeccate mi sembrano "Look with your heart", "Why does she love me", e "Love never dies", che non mi piaceva in Beautiful game e non mi piace neanche adesso: manca di carattere e di ritmo, oltre ad essere sfacciatamente trasposta da uno spettacolo all'altro.
Una parola ancora anche su "The beauty underneath", il duetto tra il Fantasma e Gustave. Ammetto che la mia prima reazione è stata, per usare un eufemismo americano, "What the f**k??". E invece via via che la riascolto mi convince sempre di più. Forse rivedrei un po' l'orchestrazione troppo elettronica e hard rock, ma mi piace...
In conclusione, per me il musical è riuscito a metà. Potrebbe anche funzionare, se i personaggi non si chiamassero "Christine", "Raoul", "Phantom" e non richiamassero alla mente i loro illustri predecessori... Comunque auguro al buon Lloyd Webber di avere successo con questo spettacolo... E chissà che al prossimo viaggio a Londra non vada a vedermelo per giudicare di persona...