venerdì 5 febbraio 2010

Rückblick parte seconda - Londra e New York

Dopo aver affrontato il mondo austro-tedesco, vorrei fare un rapido excursus sul 2009 musicale di Londra e New York. (tutti i dati sono tratti da musicalzentrale.de)
In un anno di crisi come quello che si è appena concluso, entrambe le capitali hanno puntato sui revival: a New York su tredici aperture ci sono stati 7 revivals, mentre a Londra se ne sono visti “solo” quattro.


I risultati dei quattro revival di Londra sono stati dominati da “Oliver”, che ha potuto contare su una grande attenzione da parte dei mass media grazie alla partecipazione di Rowan – Mr. Bean – Atkinson e al casting show utilizzato per scegliere la protagonista femminile. Questi elementi hanno fatto sì che le vendite dei biglietti si mantenessero molto elevate e superassero quelle degli altri revival londinesi. Infatti sia “Rat Pack” che “Shout” hanno chiuso nell'arco di poco tempo (per Shout si è trattato addirittura di una sola settimana!). L'unico altro revival degno di nota è stato quello di “A little night music”, che infatti più tardi nell'arco dell'anno è stato trasferito a New York. Tuttavia, senza star nel cast, lo show ha dimostrato ancora una volta che Sondheim non è scritto per il grande pubblico, e ha chiuso dopo 4 mesi nonostante le critiche positive dei giornali.


A New York “Guys and dolls” ha avuto scarso successo sia di critica che di pubblico, ed è riuscito a resistere solo quattro mesi. È andata meglio a “Hair” e a “West Side Story”, due show che hanno potuto contare sul "nome": sono piuttosto conosciuti dal grande pubblico e infatti hanno registrato buoni numeri nonostante qualche scelta registica particolare (per West Side Story si è scelto di recitare una parte delle scene in spagnolo). Tuttavia, entrambi gli spettacoli hanno visto un calo degli spettatori a partire dall’autunno.
Da dimenticare i revival di “Finians Raimbow” e “Ragtime”. Questi show infatti non hanno potuto contare sul richiamo né del titolo (si tratta di show pressoché sconosciuti al grande pubblico – e a me...), né su quello degli attori: in questo caso le critiche erano molto positive, ma i numeri non sono stati sufficienti per rimanere aperti.
Degno di nota invece il revival della commedia rock “Bye Bye Birdie”, che si è rivelato uno dei successi commerciali dell'anno nonostante le critiche tiepide, grazie alle star TV arruolate per i ruoli principali. Lo stesso si può dire per “A little night music”, dove i nomi di Angela Lansbury e Catherine Zeta Jones hanno mantenuto alta l'attenzione per uno show certo non semplice come quelli di Sondheim.


Per quanto riguarda i nuovi spettacoli, i due titoli di maggior rilievo a Londra sono stati “Priscilla – Queen of the desert” e “Sister Act”, entrambi tratti da film, entrambi commedie da buon umore, con ritmi pop e costumi colorati. Nonostante tutto, le somiglianze si fermano qui: mentre per Priscilla è difficile trovare biglietti, per "Sister Act” sono spesso disponibili posti a metà prezzo, e si sussurra che si stia già cercando uno show per sostituire le suore canterine di Whoopi Goldberg.
Altre première londinesi hanno visto lo sbarco al di qua dell'oceano di “Spring Awakening”, che ha chiuso dopo sole sette settimane, e l'apertura di un musical completamente originale sull'ultimo anno di vita di Ernest Hemingway, “Too close to the sun”, che però è stato annientato dalle critiche negative.
È andata meglio al jukebox musical “Dreamboats & Petticoats”, basato su canzoni degli anni '60, che ha avuto un successo sorprendete sia come vendite di biglietti che a livello di CD. Lo spettacolo è andato in scena per tre mesi nel West End, e dovrebbe riaprire come open-end nel 2010.
A dicembre infine hanno aperto “A Christmas Carol”, in tema con la stagione, e un altro transfer da Broadway, ovvero la commedia “Legally Blonde”, che a New York è stato in scena per un anno e mezzo, e che si inserisce nello stesso filone “feel-good” di Priscilla e Sister Act.


Invece a New York hanno aperto sei novità. Di queste solo una è stata tratta da un film, un dato in controtendenza rispetto agli anni scorsi: “9 to 5”, che per di più si è rivelato uno dei flop dell'anno. (nonostante buone critiche dei giornali sia per il cast che per la musica, composta dalla cantante country Dolly Parton).
A New York si sono visti anche due musical da camera, con cast ridotti e scenografie essenziali, “The Story of my life” e “Next to Normal”, che hanno avuto risultati diametralmente opposti: mentre “The story of my life” ha chiuso dopo tre soli giorni, “Next to normal” si è rivelato una sorpresa conquistando anche tre Tony Awards, tra cui quello per la migliore attrice a Alice Ripely e quello per "best original score". La storia particolare, di una famiglia che deve affrontare la malattia psichica della madre, l'ottimo cast e il passaparola anche via Internet hanno fatto in modo che lo spettacolo continuasse a far parlare di sé e a vendere biglietti.
Una delle hit dell'anno a New York è stato l'ennesimo compilation show, “Rock of ages”, che ha potuto contare più sull'orecchiabilità delle musiche (rock anni '80) e sull'effetto party piuttosto che sulla trama. In autunno infine hanno aperto ancora due spettacoli, entrambi sulla discriminazione razziale: “Memphis”, storia della relazione tra una donna bianca e un uomo di colore negli anni '50, e “Fela”; musical con sonorità afro sul musicista e attivista politico Fela Kuti. Entrambi gli show sono stati lodati, ma dopo poche settimane le vendite dei biglietti sono calate. Bisognerà vedere se il passaparola potrà mantenere buono il numero dei biglietti venduti.


Per il 2010 si prospettano alcune aperture interessanti: “All the fun of the fair”, con le musiche di David Essex e l'arrivo a Londra del revival di Hair. Ma soprattutto, a Londra si aspetta “Love never dies”, per vedere se Andrew Lloyd Webber riuscirà a scrivere un degno seguito al suo Phantom.
A New York invece aprirà “Addams Family”, del giovane compositore Andrew Lippa, e il revival dello spettacolo “Promises, promises”. Bisognerà vedere infine se finalmente arriverà sui palcoscenici di Broadway il musical “Spider man”, con le musiche degli U2.


Speriamo che sia un anno interessante e pieno di gustose novità...

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