Sarà stata la crisi economica, sarà il momento storico, ma mi sembra che l’anno appena trascorso non sia certo stato un anno di successi e innovazioni per il musical, sia che si parli di Londra, di Broadway o di Europa. Non che non ci siano stati nuovi show, ma penso che si possa affermare senza grosse difficoltà che nessuno di questi, tranne qualche eccezione, sia diventato una vera hit.
Partiamo per comodità dal “piccolo”, dai miei amati austriaci e tedeschi. per proseguire in un secondo momento con i paesi anglosassoni.
La crisi economica che purtroppo ha caratterizzato tutto l'anno ha fatto anche vittime illustri: Kunze e Levay, gli innovatori del musical tedesco, con il loro “Marie Antoniette” hanno causato un notevole buco finanziario al teatro di Brema che ospitava lo spettacolo. Le recensioni erano buone, il cast stellare, ma il numero di spettatori non è stato sufficiente a ripagare l’investimento ingente che è servito a mettere in piedi uno show di tale fatta.
Poca fortuna anche per un’altra testa coronata, ovvero “Rudolf”, che nella sua Vienna ha stentato, tra critiche non molto positive e teatro spesso mezzo vuoto. Certo, in realtà lo spettacolo non ha ancora chiuso i battenti (lo farà comunque il 24.01), e il sito internet musicalvienna.at annuncia che il musical è “alla sua seconda stagione”, ma penso di non sbagliare se dico che non è certo diventato un “cult”, se non tra gli appassionati di Wildhorn e di storia asburgica...
Maggior successo (almeno di critica) invece per il secondo nato di Wildhorn, “Der Graf von Monte Christo”, che in marzo ha aperto a St. Gallen con un cast di “soliti noti” del musical tedesco. Lo spettacolo è ancora in scena in Svizzera, ma le repliche non sono quotidiane come succede solitamente, per cui è forse anche più facile mantenere alto il numero di spettatori a serata.
Personalmente, trovo che queste siano state le aperture più significative del 2009 tedesco: in tutti e tre i casi si trattava di musical originali, praticamente mai arrivati sui palcoscenici occidentali. Infatti, se anche è vero che MA aveva avuto un debutto giapponese, e Rudolf uno ungherese, penso che questi non siano certo serviti ad avvicinare i nuovi show al grande pubblico europeo.
Un discorso diverso è quello relativo a Tanz der Vampire, che sta riscuotendo un grande successo al Ronacher di Vienna. Ma in questo caso non si tratta di un nuovo musical che apre, bensì di un revival (a 12 anni di distanza dall'originale) nella capitale austriaca. Un'operazione che sicuramente porta denaro nelle casse delle Vereinigten Bühnen Wien, ma che secondo me non brilla per originalità. Del resto Tanz è sempre stato in scena in Germania, a Oberhausen, e da febbraio 2010 sarà nuovamente a Stoccarda.
Comunque, durante tutto l’anno non sono mancate altra aperture di spettacoli provenienti magari da Londra o da Broadway, che per la prima volta hanno raggiunto il suolo tedesco. Si contano ad esempio la prima apertura di Spamalot a Colonia, quella di Spring Awakeining a Vienna, la ripresa di The Producers a Berlino (première in Germania, ma show già visto a Vienna), il tour di Thriller (“casualmente” ampliato dopo la morte di Michael Jackson), l’apertura del “rock’n’roll musical” Buddy, sulla storia del cantante americano Buddy Holly e la prima tedesca di Hairspray.
E poi ci sono le produzioni minori tedesche (quelle che non hanno alle spalle la Stage Entertainment), e le varie rappresentazioni estive "open air", dove spesso si rivedono grandi classici come Evita, West Side Story, Cabaret... Insomma, la scena tedesca è sempre vivace, ma certo il 2009 non è stato un anno di grandi successi.
Anche il 2010 si presenta un po' in tono minore. Come già detto, tornano i Vampiri a Stoccarda, sostituiti a Oberhausen da Wicked; Ich War Noch Niemals in New York, jukebox musical di Udo Jürgens apre a Stoccarda, We Will Rock You si sposta a Berlino... Ma in tutti questi casi si tratta di musical già visti, già conosciuti al pubblico tedesco che cambiano semplicemente zona. L'unica vera novità è "Sister Act" dall'autunno 2010 ad Amburgo. Anche qui c'è da dire che la storia è conosciuta, ma almeno si tratta di uno spettacolo completamente nuovo, con musiche originali e orecchiabili.
Insomma, secondo me manca un po' di voglia di osare da parte dei produttori, probabilmente dovuta anche alla crisi economica, che porta a cercare il rientro sicuro dei capitali investiti.
NB: domani è il giorno di Cats all'italiana. Spero nel weekend di avere già pronta la recensione, anche se non prometto niente... Cerco di andare a mente sgombra e libera dai pregiudizi, non ho rivisto il DVD e non ho sentito il cast originale. Speriamo in bene...