venerdì 22 gennaio 2010

Come tutti gli anni...

All'approssimarsi del mio compleanno mi sono fatta un regalo da soundofmusic.de.


Vi dirò, questa volta ero un po' in difficoltà e non sapevo cosa scegliere... Perché non c'era niente che mi stuzzicasse in maniera particolare.


Avevo una mezza idea di comprare "Next to normal", il musical che ha vinto tre Tony quest'anno. Oppure pensavo di prendere "Wenn Rosenblätter fallen", concept album molto lodato con Pia Douwes. Ma entrambi hanno storie un po' particolari e delicate, che hanno a che vedere con la malattia e la morte... E sinceramente in questo periodo non sono dell'umore adatto ad affrontare questi temi, sia pure in musica-l.


E così, per cadere in piedi, mi sono presa il DVD di Rudolf e il box di "Musical Emotion", ché  CD a quel prezzo lì non si trovano mica spesso... E poi ci sono diverse cosette particolari, brani da musical meno conosciuti...
E ora aspetto fiduciosa che la posta faccia il suo dovere.

lunedì 18 gennaio 2010

Gatti all'italiana...

Insieme alla Bella e la Bestia della Stage Entertainment, Cats della Rancia rappresenta sicuramente l'avvenimento dell'anno teatrale: in fondo si tratta della prima versione in italiano del musical più famoso e di successo di Andrew Lloyd Webber, quello che per primo ha raggiunto il titolo di “longest running show” (8949 repliche a Londra, 7485 a Broadway), che per più di 20 anni è stato in scena a Londra e New York.


Dunque, non potevo farmi scappare l'occasione di vedere questo spettacolo, che comunque fa parlare di sé anche in TV e che potrebbe riuscire ad interessare al musical un pubblico ampio e variegato.
E sono sincera: lo show è risultato superiore alle mie aspettative. Sarà che ero partita un po' dubbiosa, sarà che Cats non è uno dei miei spettacoli preferiti, ma sono rimasta molto soddisfatta. Certo, le differenze con la versione di Londra ci sono (i dettagli tra un attimo), ma il risultato finale secondo me è valido.


A proposito delle differenze: prima di tutto, capisco le perplessità di alcuni sui costumi, e mi sento di avallarle. Alcuni erano discreti, ma altri ricordavano troppo delle tute: larghi, ampi, che non sottolineano i movimenti del corpo dei gatti. In particolare c'era una gatta gialla (di cui non ricordo il nome... ) che sembrava effettivamente indossare un pigiamone di flanella da poco prezzo. Poco convincente per me anche il costume di Rum Tum Tugger, che sembrava più Danny Zuko di Grease che non il gatto più provocante dei Jellicle. Mi è sembrato invece azzeccato il costume di Grizabella, che dava l'idea della diva caduta in disgrazia, con l'abito di paillettes luccicanti strappato che faceva capolino da sotto il pelo di gatto.
Anche le coreografie sono state cambiate rispetto all'originale. Personalmente, non mi intendo di danza, e dei tre aspetti del musical è quello che mi interessa meno. Però, dov'è finita la Solo dance di Victoria all'inizio del primo atto? E dov'erano la doppia ruota di Mungojerrie e Rumpleteazer e il frenetico Jellicle Ball? Altre coreografie erano più riuscite, tra cui quella di Skimbleshanks o di Mr. Mistoffelees.


Sull'altro piatto della bilancia, quello positivo, va sicuramente il cast, davvero buono pur se privo di nomi di richiamo. Fin dall'epoca di “Amici” il cavallo di battaglia di Giulia Ottonello era Memory, e ancora adesso interpreta in maniera magistrale con una bella voce intensa la canzone più famosa di Andrew Lloyd Webber. Tutto il resto del cast era molto buono, supportato in maniera egregia dall'orchestra di sedici elementi.
Infine, mi sono piaciute molto le liriche del solito Travaglio. Stavolta non ho notato punti deboli, tutti i testi mi sono sembrati veramente ben fatti e fedeli agli originali inglesi. Bella la scelta del "Dolce Aldilà" per l'"Heavyside Layer", e molto poetico il testo di Memory in tutte le sue riprese. Un punto bonus per l'adattamento di “Gus the theatre cat” e di tutta la sequenza di Growltiger, che sfoggia un testo veramente divertente.


 All in all, per me lo spettacolo si merita un bell'8. C'è ancora spazio per migliorarsi, ma questo spettacolo mi sembra già un buon punto di partenza.

giovedì 14 gennaio 2010

Rückblick 2009 - Germania

Sarà stata la crisi economica, sarà il momento storico, ma mi sembra che l’anno appena trascorso non sia certo stato un anno di successi e innovazioni per il musical, sia che si parli di Londra, di Broadway o di Europa. Non che non ci siano stati nuovi show, ma penso che si possa affermare senza grosse difficoltà che nessuno di questi, tranne qualche eccezione, sia diventato una vera hit.


Partiamo per comodità dal “piccolo”, dai miei amati austriaci e tedeschi. per proseguire in un secondo momento con i paesi anglosassoni.


La crisi economica che purtroppo ha caratterizzato tutto l'anno ha fatto anche vittime illustri: Kunze e Levay, gli innovatori del musical tedesco, con il loro “Marie Antoniette” hanno causato un notevole buco finanziario al teatro di Brema che ospitava lo spettacolo. Le recensioni erano buone, il cast stellare, ma il numero di spettatori non è stato sufficiente a ripagare l’investimento ingente che è servito a mettere in piedi uno show di tale fatta.


Poca fortuna anche per un’altra testa coronata, ovvero “Rudolf”, che nella sua Vienna ha stentato, tra critiche non molto positive e teatro spesso mezzo vuoto. Certo, in realtà lo spettacolo non ha ancora chiuso i battenti (lo farà comunque il 24.01), e il sito internet musicalvienna.at annuncia che il musical è “alla sua seconda stagione”, ma penso di non sbagliare se dico che non è certo diventato un “cult”, se non tra gli appassionati di Wildhorn e di storia asburgica...


Maggior successo (almeno di critica) invece per il secondo nato di Wildhorn, “Der Graf von Monte Christo”, che in marzo ha aperto a St. Gallen con un cast di “soliti noti” del musical tedesco. Lo spettacolo è ancora in scena in Svizzera, ma le repliche non sono quotidiane come succede solitamente, per cui è forse anche più facile mantenere alto il numero di spettatori a serata.



Personalmente, trovo che queste siano state le aperture più significative del 2009 tedesco: in tutti e tre i casi si trattava di musical originali, praticamente mai arrivati sui palcoscenici occidentali. Infatti, se anche è vero che MA aveva avuto un debutto giapponese, e Rudolf uno ungherese, penso che questi non siano certo serviti ad avvicinare i nuovi show al grande pubblico europeo.


Un discorso diverso è quello relativo a Tanz der Vampire, che sta riscuotendo un grande successo al Ronacher di Vienna. Ma in questo caso non si tratta di un nuovo musical che apre, bensì di un revival (a 12 anni di distanza dall'originale) nella capitale austriaca. Un'operazione che sicuramente porta denaro nelle casse delle Vereinigten Bühnen Wien, ma che secondo me non brilla per originalità. Del resto Tanz è sempre stato in scena in Germania, a Oberhausen, e da febbraio 2010 sarà nuovamente a Stoccarda.



Comunque, durante tutto l’anno non sono mancate altra aperture di spettacoli provenienti magari da Londra o da Broadway, che per la prima volta hanno raggiunto il suolo tedesco. Si contano ad esempio la prima apertura di Spamalot a Colonia, quella di Spring Awakeining a Vienna, la ripresa di The Producers a Berlino (première in Germania, ma show già visto a Vienna), il tour di Thriller (“casualmente” ampliato dopo la morte di Michael Jackson), l’apertura del “rock’n’roll musical” Buddy, sulla storia del cantante americano Buddy Holly e la prima tedesca di Hairspray.



E poi ci sono le produzioni minori tedesche (quelle che non hanno alle spalle la Stage Entertainment), e le varie rappresentazioni estive "open air", dove spesso si rivedono grandi classici come Evita, West Side Story, Cabaret... Insomma, la scena tedesca è sempre vivace, ma certo il 2009 non è stato un anno di grandi successi.



Anche il 2010 si presenta un po' in tono minore. Come già detto, tornano i Vampiri a Stoccarda, sostituiti a Oberhausen da Wicked; Ich War Noch Niemals in New York, jukebox musical di Udo Jürgens apre a Stoccarda, We Will Rock You si sposta a Berlino... Ma in tutti questi casi si tratta di musical già visti, già conosciuti al pubblico tedesco che cambiano semplicemente zona. L'unica vera novità è "Sister Act" dall'autunno 2010 ad Amburgo. Anche qui c'è da dire che la storia è conosciuta, ma almeno si tratta di uno spettacolo completamente nuovo, con musiche originali e orecchiabili.


Insomma, secondo me manca un po' di voglia di osare da parte dei produttori, probabilmente dovuta anche alla crisi economica, che porta a cercare il rientro sicuro dei capitali investiti.



NB: domani è il giorno di Cats all'italiana. Spero nel weekend di avere già pronta la recensione, anche se non prometto niente... Cerco di andare a mente sgombra e libera dai pregiudizi, non ho rivisto il DVD e non ho sentito il cast originale. Speriamo in bene...