Wicked, 30.07.2009 – Apollo Victoria Theatre
Avevo scelto questo show piuttosto che altri presenti a Londra perché lo ritenevo accessibile anche ad un pubblico meno esperto di musical. Pensavo (non a torto) che le canzoni un po’ pop un po’ rock, gli showstoppers, gli effetti speciali rendessero il tutto abbastanza gradevole anche per chi magari troverebbe un Phantom troppo melodrammatico o Les Mis troppo impegnativo.
A me Wicked piace, ma non mi fa impazzire. Apprezzo certe parti, alcune canzoni mi piacciono molto, ma altre parti le trovo più noiose, almeno ad un ascolto in cd (per esempio, tutta la sequenza “Dancing through life”, e le canzoni del mago). Per cui sono andata all’Apollo Victoria con sentimenti un po’ contrastanti: grosse aspettative, paura di rimanere delusa, timore che lo show non fosse all’altezza della sua fama (e che non piacesse all’accompagnatore... )
E invece alla fine lo spettacolo mi è piaciuto davvero tanto, più di quanto non mi aspettassi. Pensate che alla fine del primo atto, sulle note di Defying Gravity, mi scendevano giù dei lacrimoni, un po' per la bravura dell'artista, un po' per la decisione di Elphaba di affrontare da sola quello che verrà.
Come gli appassionati ben sanno, la storia è quella di come Elphaba, studentessa di magia alla scuola di Shiz, si trasformi nella “Wicked Witch of the West”, mentre la sua amica Glinda diventa la Strega Buona di Oz. Il primo atto si svolge quasi per intero alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogw--- di Shiz, e il tono è principalmente allegro e leggero. Ci sono i problemi di inserimento a scuola (What is this feeling), le feste studentesche (Dancing through life), le prime delusioni d’amore (I’m not that girl), l’amicizia... Certo, ci sono anche i segnali che qualcosa ad Oz non va come dovrebbe (Something bad), ma decisamente l’atmosfera del primo atto è sempre positiva. Anche quando cala il sipario sulle note di Defying Gravity, l’atteggiamento di Elphaba è ancora fiducioso nel futuro. Farà le cose a modo suo, da sola, ma riuscirà ad ottenere ciò che vuole.
È nel secondo atto che la trama si incupisce molto, con Elphaba che ormai viene additata come la Wicked Witch, e che, dopo l’ennesimo tentativo frustrato di fare del bene agli altri decide di essere quello che tutti vogliono che sia, visto che le sue buone azioni non hanno portato altro che dolore. Nonostante tutto quello che hanno passato, prima del finale (che non racconto, visto che è un po’ a sorpresa), Elphaba riesce a riconciliarsi con Glinda, e le due streghe riconoscono che la loro vita è stata cambiata per sempre dal loro incontro. E ora, miei cari lettori, provate ad indovinare qual è la parte che preferisco??
Ovviamente rispetto al CD nello spettacolo ci sono anche tutti i dialoghi, che approfondiscono molto i personaggi e i rapporti tra di loro. Finalmente ho capito perché Fiyero si invaghisce di Elphaba, perché Glinda cambia opinione sulla sua compagna di stanza e, non ultimo, alcune battute che talvolta trovo qua e là in rete, come ad esempio il “Toss toss” di Glinda e il suo “Galinda with a GA” oppure il famigerato “We can’t all come and go by bubble”
Comunque, tornando seri. Notevoli i set. Il palco è dominato fin dall’inizio dal “time dragon” (di cui però non ho capito l’utilità), e i cambi di scena e di scenografia si susseguono a ritmo continuo. Si passa dalla bolla in cui appare Glinda all’inizio dello show alla scuola di Shiz, dalla camera da letto di Glinda e Elphaba al palazzo del mago... Anche i costumi sono molti e ricchi; a me piacevano in modo particolare quelli di Glinda, ma anche quelli di Morrible, di Fiyero & co erano molto belli e curati. Per non parlare delle comparse vestite da scimmie volanti.
A proposito di volare: sapevo che in Defying gravity Elphaba viene sollevata dal palco come se levitasse, e quindi ero pronta con gli occhi spalancati per cercare di capire il trucco... Ma non ci sono riuscita. Forse farcela alla prima stando seduti nel Dress Circle era sperare un po’ troppo, ma io ci ho provato comunque.
Ed eccoci al cast. Ero curiosa di sentire la Elphaba attuale, Alexia Khadime, che alcuni fan ritengono completamente inadatta al ruolo. Non che io sia un’esperta tale da giustificare una spiccata preferenza per un’attrice piuttosto che per un’altra come posso fare per esempio per Elisabeth (del resto, la mia unica esposizione a Wicked sono i due CD), ma ero piuttosto curiosa. E invece la Khadime era assente, e abbiamo visto la standby Elphaba, tale Ashleigh Gray, che a me è sembrata decisamente brava. Una bella voce, una discreta presenza in scena, belt veramente notevole. Penso che Elphaba sia un bel personaggio, un’idealista che lotta per ottenere quello che ritiene giusto e che si scontra con la delusione scoprire che non tutti sono quello che sembrano. E Ashleigh Gray secondo me ha indovinato l’interpretazione. Riesce a passare dalla studentessa speranzosa di The Wizard and I alla Wicked Witch of the West senza problemi, passando per la ragazza alle prese con qualche delusione d’amore (I’m not that girl) e con la passione (As long as you’re mine).
Diane Pilkington è adesso la Glinda ufficiale, dopo che la Dallimore, prima Glinda inglese, ha lasciato la produzione. Da un certo punto di vista, la parte di Glinda è ancora più impegnativa di quella di Elphaba. Non solo perché Glinda dev’essere un soprano con un registro quasi lirico in alcuni punti, ma anche perché il personaggio deve evolversi da studentessa un po’ futile a donna responsabile per il suo popolo. Dianne mi è sembrata un po’ sopra le righe in alcune scene del primo atto, quando appunto interpreta la parte più comica e più superficiale del personaggio, ad esempio in Popular, quando se ne andava sgambettando per il palco felice come una bambina. A me è parso un po’ sopra le righe, ma magari dev’essere così; in fondo, non avendo termini di paragone, è dura decidere. Nel secondo atto alla povera Glinda cade in testa una bella tegola: mentre festeggia il fidanzamento con Fiyero, questo la lascia per andare a cercare Elphaba. Posso essere sincera? In parte riesco a capire come la sua voglia di vendicarsi la porti a tradire Nessarose, e tramite lei, Elphaba. Comunque, anche nel secondo atto la Pilkington mi è sembrata a suo agio con il ruolo, sia vocalmente, sia dal punto di vista interpretativo.
I ruoli minori sono effettivamente piuttosto minori. Accettabile Oliver Tompsett come Fiyero, che mi è sembrato anche un bel ragazzino (del resto, se tutte le streghe di Oz si innamorano di lui un motivo ci sarà...), buoni Madame Morrible (Harriet Thorpe), il mago (Sam Kelly) e Doctor Dillamond (David Stoller). Ero curiosa di sentire la canzone di Nessarose (Natalie Anderson), Wicked Witch of the East, ma in realtà non sono rimasta molto colpita: si tratta di una scena dove le parti cantate si alternano svariate volte al dialogo, quindi è difficile afferrare la melodia. Per finire, nominiamo anche l’understudy di Boq che abbiamo visto, George Ure, che mi è sembrato bravo. Anche se nei panni dello studente imbarazzato mi sembrava un po’ un misto tra il Pierino dei film nostrani e il ragionier Fantozzi...
Bene, basta blaterare. Solo un’ultima cosa: mi hanno preso in contropiede gli accenti inglesi, in modo particolare in Dancing through life. Nel cd dell’OBC gli attori pronunciano qualcosa come dEncing (sto semplificando, obviously), mentre gli inglesi ripetevano ad ogni occasione dAncing. Non so perché l’ho notato così tanto...