Ed eccoci alla seconda parte della full immersion in Wildhorn.
Dopo le critiche poco positive che avevo letto su “Rudolf”, mi fa piacere vedere che “Der Graf von Monte Christo" è stato accolto in maniera più positiva. Si sa che a volte i critici possono distruggere uno spettacolo o un film che in realtà avrà un grosso successo di pubblico, ma insomma, fa sempre piacere sapere che gli addetti ai lavori trovano interessante le stesse cose che emozionano noi comuni mortali.
Tra l’altro, io non sarò un critico, ma basandomi solo sull’ascolto dei “Demo recording” in inglese di Rudolf e di Montecristo, avevo già deciso che il secondo era superiore al primo…
Sarò sincera: è sempre Wildhorn, ovvero è sempre lo stesso stile musicale e le canzoni si assomigliano un po’ tutte anche da un musical all’altro. Ma questa volta il compositore ha copiato i suoi pezzi migliori, quindi il risultato è comunque buono, IMHO. Per la valutazione dei nuovi CD io ho un metodo: ad ogni canzone do un voto con un “emoticon”, da :-D per i pezzi che potrei mettere sul “repeat”, a :-/ per quelli così così, fino a :-( per quelli che davvero non riesco a farmi piacere. Bene, tra le 13 tracce del Demo in inglese non c’è neanche uno smiley triste. Invece ci sono svariate annotazioni tipo “ballad romantica”, “bel duetto”, e ci sono due faccine veramente sorridenti :-D, in corrispondenza di “Every day a little death” (che immagino Dantes canti quando è in prigione a Chateau d’If) e “Hell to your doorstep”, che in realtà sembra un po’ un rip-off da “Alive” di Jekyll & Hyde… Ma che mi piace per il suo ritmo e il suo sound piuttosto rock. Mi ha colpito in maniera più sottile, ma ho cominciato ad apprezzare molto anche “I know those eyes/That man is dead”, dove Mercedes riconosce Dantes a distanza di anni. Dal demo emerge però principalmente la storia romantica di Edmond e Mercedes, mentre non si sentono mai i pezzi dei “cattivi”, tranne per “A story told”, dove tre uomini complottano contro Edmond Dantes.
E come sempre in rete sono riuscita a trovare alcune recensioni di giornali svizzeri.
Qui un resoconto della prima che sottolinea anche l’impressionante sforzo del teatro di St. Gallen (un paesotto di neanche 100.000 abitanti) per organizzare una prima mondiale di uno spettacolo nuovo di zecca di un importante compositore.
Si parla di costumi sfarzosi ma non kitsch, di una regia originale che grazie alle proiezioni riesce a creare di volta in volta l’illusione di navi in mare, di balli sfarzosi o della folla del carnevale. Ma il maggior vanto di questa produzione è il cast, in cui brilla come sempre Thomas Borchert, che non solo affronta un ruolo praticamente sempre presente in scena, ma si esibisce anche in balli, combattimenti, fughe rocambolesche, e sempre senza risparmiarsi né dal punto di vista della recitazione né da quello del canto. Secondo la recensione, anche il resto del cast è molto buono, anche se soffre un po’ nel confronto con Borchert. La giovane Sophie Berner nel ruolo di Mercedes ha svariati assoli in cui dimostra una voce calda e acuta. Il solito Carsten Lepper nel ruolo del traditore Mondego (ma perché gli danno sempre i ruoli da “cattivo”??) canta, combatte e tira di scherma (principalmente contro Edmond Dantes). Bisogna però riconoscere che la maggior parte dello spettacolo ricade sulle spalle del protagonista, e che gli altri attori (fatta eccezione per Mercedes) sono poco più che comparse.
Ovviamente la trama del romanzo-tomo di Dumas è stata ampiamente sfoltita, ma anche in parte modificata. (NB: non ho mai letto il mattone, per cui mi attengo a quanto è stato scritto da altri). Il pirata Luigi Vampa è diventato una lei, Luisa, cosa che permette a Wildhorn di inserire un altro personaggio femminile un po’ particolare (una donna pirata a capo di una nave di uomini, vestita in pelle… ) e un tentativo di seduzione del neo-conte da parte della donna.
E come in ogni Wildhorn non poteva mancare l’happy ending: anche se nel libro questo manca, e stravolge parzialmente il significato dell’opera, negli spettacoli di oggi non si può prescindere da un caro vecchio lieto fine…
Anche quest’altra recensione loda diversi aspetti dello spettacolo: la trama, la regia (definita “raffinata”), le soluzioni sceniche, e anche le musiche, che si rifanno a svariati stili: secondo il recensore, si sentono tracce di Verdi (nell’Overture iniziale), di Debussy, di valzer viennese e così via.
Tanto per fare, qui il video di quello che dovrebbe essere la lotta finale tra Dantes e Mondego:
A me piace davvero molto... Spero proprio che esca un CD in tedesco...