... finalmente, diranno i miei amici lettori... Mi sono crogiolata un po' nel dolce far niente della settimana di ferragosto, ma con il rientro a lavoro ecco pronta anche la recensione!!
Elisabeth, Theater des Westens, Berlino, 02.08.2008
Cast:
Elisabeth: Annemieke van Dam
Der Tod: Uwe Kröger
Luigi Lucheni: Bruno Grassini
Franz Joseph: Martin Pasching (cover)
Sophie: Christa Wettstein
Rudolf: Krisha Dalke (cover)
Herzogin Ludovika/Frau Wolf: Maike Katrin Schmidt
Herzog Max: Norbert Lamla
Vi dirò: per la prima volta andando a teatro non ero sicura di vedere un prodotto all’altezza del prezzo pagato e comunque del titolo in cartellone. Da più parti avevo letto critiche molto negative all’allestimento berlinese di Elisabeth, e un po’ di sospetti mi erano venuti anche quando, pochi giorni dopo aver pagato due salatissimi biglietti, ho ricevuto varie e-mai promozionali per l’acquisto di quegli stessi biglietti…
Inoltre, una delle leve che mi spingeva a vedere questo allestimento di Elisabeth era la speranza di vedere insieme sullo stesso palco nei loro “Paradenrolle” Uwe Kröger e Pia Douwes. Speranza questa, che ho scoperto non potersi realizzare proprio pochi giorni dopo aver prenotato: per una serie di impegni (probabilmente per prepararsi al ruolo di Norma nel Sunset Boulevard che aprirà in autunno in Olanda) Pia avrebbe lasciato lo spettacolo un mese prima della data prenotata da me…
Comunque, inutile piangere su queste sciocchezze. Insieme con la mia amica greca Lora abbiamo deciso di giudicare lo spettacolo solo dopo averlo visto di persona, e senza pregiudizi nei confronti del cast in scena.
Una breve considerazione prima di cominciare: il Theater des Westens è un teatro un po' così, particolare. Il palco è piuttosto piccolo (mi domando come possano averci allestito Les Mis) e in platea manca un corridoio centrale, cosa che si è rivelata piuttosto scomoda per chi come me sedeva piuttosto laterale: ogni volta che arrivavano spettatori con posti centrali ero costretta ad alzarmi…
La messa in scena berlinese segue la versione viennese del musical (quindi ci sono le “Konfrontationen” di Franz Joseph con la madre e il figlio, e “Eljen”, la scena dell’incoronazione di Fj e Elisabeth a reali di Ungheria) anche se alcune messe in scena sono state rinnovate (in alcune scene der Tod ha quella che sembra la barca del Phantom…), mentre sono stati parzialmente rivisti i costumi, che in certi punti sono quelli delle versioni tedesche del musical (Essen – Stoccarda) e in altri quelli di Vienna. Ma la grossa novità sono le proiezioni usate per creare gli sfondi: il fondale è diviso in pannelli su cui vengono proiettate le immagini, e alcuni di questi pannelli si alzano o si aprono per lasciar entrare i personaggi. La cosa che in parte infastidiva di queste proiezioni erano le vistose righe nere che delimitavano i pannelli. Con tutte le novità tecnologiche che si sono viste recentemente sui palchi europei, mi stupisce che non si potesse fare niente contro questi inconvenienti. Niente di insormontabile comunque.
Per quello che riguarda le orchestrazioni, non ho notato differenze sostanziali rispetto al solito. Inutile annotare che come al solito all’estero l’orchestra era dal vivo.
E veniamo alla parte più importante dello spettacolo: il cast.
Sono rimasta piacevolmente stupita da Annemieke van Dam. La ragazza ha solo 26 anni (due anni meno di me… ), per cui le riesce naturale interpretare la giovane Sissi dell’inizio dello spettacolo. Sono molto carine le sue “Wie du”, “Schwarzer Prinz” o “Nichts ist schwer”, ma Annemieke resta credibile anche quando nel secondo atto si trasforma in una donna più anziana e provata dal dolore. Certo, una buona dose di cerone non guasta: si vedeva piuttosto chiaramente che nel secondo atto il viso dell’attrice era stato pesantemente truccato di bianco e con delle ombre nere sotto gli occhi. Del resto, se uno l’età non ce l’ha non se la può dare… Comunque Annemieke mi è piaciuta molto oltre che per le sue doti vocali anche per la sua interpretazione di certi pezzi: se io fossi una cantante interpreterei “Ich gehör nur mir” e “Nichts, nichts gar nichts” esattamente come l’ha fatto lei. Decisamente un’interprete da rivedere, e possibilmente da risentire in qualche Cast Recording.
Uwe… Beh, Uwe è Uwe. E’ la star della serata, è per lui che gran parte del pubblico è lì. E si vede che si gode la sua celebrità. Faccio un esempio: nella scena “Elisabeth, mach auf mein Engel”, prima che Der Tod si rivolga a Elisabeth, si guarda bene bene intorno, ammicca al pubblico.. E poi, solo verso la fine della strofa (“Elisabeth… Ich liebe dich”), si gira verso di lei.
Come è noto, da un po’ di tempo la voce di Uwe Kröger non è più quella di una volta. E‘ in difficoltà con le note più alte delle partiture (tanto che Lora mi ha chiesto se secondo me avevano abbassato un po’ le note più difficili di certe canzoni, cosa a cui non ho saputo ri-spondere), e tutta l’attività a cui si sottopone non lo aiuta certo a recuperare. Il problema è che se non si prende una pausa rischia veramente di raggiungere un punto di non ritorno, di offrire performance sempre più scarse… e ciononostante tutte le grandi produzioni che aprono in Germania gli offrono sempre un ruolo. Parlo da sua fan, da persona che apprezza la sua voce e il suo modo di recitare: bisognerebbe che quest’uomo venisse a patti con se stesso e decidesse cosa vuole fare, se vuole prendersi una pausa o se vuole continuare a spremere le sue corde vocali fino a quando non ne potranno davvero più.
Bruno Grassini è un Lucheni ormai collaudato, e nonostante tutto lo apprezzo sempre molto, mi piace la sua vitalità sul palco e la sua interpretazione.
Avevo già visto Martin Pasching a Stoccarda nel ruolo di Rudolf, mentre qui l’ho trovato “promosso” a Kaiser. Ha una bella voce piena, gradevole, canta decisamente bene. Ha una tonalità un po’ diversa dai soliti Franz Joseph, che dovrei risentire per formarmi un’idea definitiva, anche se in generale mi è piaciuto.
Invece mi sono sembrati un po’ deboli sia Sophie, che secondo me non ispirava nessun tipo di timore, e Rudolf. Per quest’ultimo può darsi anche che si tratti della giovane età, della poca esperienza di palcoscenico… O forse, semplicemente, è una questione di gusti. Magari qualcuno lo trova un Rudolf perfetto.
In definitiva, a me lo spettacolo è piaciuto come sempre, e alla fine ho applaudito convinta. Fino al 27.09 lo spettacolo continuerà le sue repliche a Berlino, poi attorno al 10 di ottobre dovrebbe aprire a Zurigo. Sarei curiosa di avere altri pareri su questo allestimento… nessuno deve fare un salto in Svizzera per lavoro??