We Will Rock You, Firenze 26.03.2011
Dopo averlo visto a Londra nel 2009, ho rivisto con piacere We will rock you nella sua tappa fiorentina.
La produzione italiana ha debuttato a Milano nel dicembre del 2009, e finalmente, nella sua seconda stagione, ha toccato Firenze.
Diciamolo subito: me lo sono goduto ancora di più che a Londra. I riferimenti alla cultura italiana, le battute sulla nostra attualità, i dialoghi in italiano contribuiscono a rendere lo show più immediato e divertente per il pubblico presente in sala.
Io ho cominciato a sghignazzare fin dall'intro, quando sulle note di Innuendo scorrono sul sipario ancora chiuso le varie tappe della musica rock... Si comincia con "Mina viene censurata dalla Rai", "Vasco Rossi ultimo con Vita Spericolata" e si continua con "Giusy Ferreri, dall'Esselunga a pop star" e "Grande successo per il principe Emanuele Filiberto a San Remo".
Ho avuto un brivido freddo lungo la schiena quando il coro ha attaccato "Radio GaGa" in italiano, ma si è trattato di un attimo soltanto. Probabilmente è stato fatto per chiarire subito la situazione sul Pianeta Mall (la Terra nel 2311), perché tutte le altre hit dei Queen sono state eseguite in inglese. Del resto io sono la prima sostenitrice delle traduzioni a teatro, ma ammetto che sentire i Queen in italiano mi avrebbe un po' spiazzato. L'unica altra canzone tradotta è "No one but you - Only the good die young" dove i Bohemian ricordano i grandi rocker scomparsi giovani.
Lo spettacolo si conferma divertente e appassionante, soprattutto nel primo atto. Anche questa volta, così come a Londra, ho avuto la sensazione che il secondo atto si trascinasse un po' troppo a lungo prima che finalmente Galileo e Scaramouche riuscissero a trovare la strada per il Seven Seas of Rhye e per Wembley. Ma poi, quando i protagonisti finalmente si trovano di fronte al posto del "living rock" e Galileo intona "We will rock you", l'entusiasmo ritorna e tutto il teatro si infiamma.
Tra l'altro, ho trovato il pubblico italiano veramente molto caldo, e sicuramente più entusiasta di quello di Londra. Quando è iniziata "Radio Gaga" tutti battevano le mani a tempo, e diverse volte nel corso dello spettacolo sono partiti applausi a scena aperta. Il più commovente di tutti è sicuramente quando i bohemians ricordano i vari rocker morti giovani: Buddy Holly, Jimy Hendrix, Kurt Cobain, Bob Marley, John Lennon... Dopo ognuno di questi nomi il pubblico applaudiva (sono abbastanza sicura invece che a Londra non fosse così). I nomi dei rocker vengono cambiati per rendere lo spettacolo sempre attuale: mi ricordo bene che a Londra venne nominato anche Michael Jackson, a poco più di un mese dalla sua scomparsa, mentre per il pubblico italiano, oltre ai grandissimi già citati, viene nominato Lucio Battisti. In effetti, nonostante cantino le "vite spericolate", i nostri rocchettari sono tutti vivi e vegeti, anche se un po' anzianotti, da Adriano celentano a Vasco Rossi, da Ligabue a Little Tony!!
Il cast è giovane ma promettente. Salvo Vinci (Galileo) ricorda Freddie Mercury sia fisicamente che nelle movenze... La voce di Freddie era particolare, ma Salvo Vinci si difende bene. Ha offerto una buona interpretazione soprattutto nella prima parte dello spettacolo, quando interpreta il ragazzo "strano" che cerca di trovare le risposte alle domande che sente nella sua testa ("Che ne sai tu di un campo di grano?" ).
Martha Rossi è Scaramouche, grintosa, sfrontata e con una voce che, secondo i bene informati, ha convinto persino Brian May. Con Galileo c'è un rapporto di odio e amore, come spesso succede tra adolescenti, e sulla scena questa tensione viene rappresentata in modo credibile.
Ottima Killer Queen (Valentina Ferrari), con l'aria da dominatrice e il talento per reggere la parte (che in altre produzioni è stata interpretata da primedonne assolute, come Pia Douwes) e veramente buono tutto il resto del cast. Ancora una nota sull'adattamento italiano: così come a Londra, i bohemians hanno i nomi di cantanti famosi. I nostri si chiamano Gianna Nannini, Vasco Rossi, Raffaella Carrà... E come in inglese, gli uomini hannno nomi di cantanti donne e viceversa.
Decisamente uno spettacolo divertente. Certo, non ha l'ambizione di essere arte con la A maiuscola... Ma sicuramente è rock con la R maiuscola!!
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