(...mi perdoneranno i romani veraci per la citazione di Gadda...)
Signori, devo farvi una confessione. Ci ho provato, ho ascoltato il CD del Vienna Cast più e più volte, ho visto il DVD... Ma nonostante tutto, questo Rudolf non mi intriga.
Che c'entra, non discuto l'allestimento sfarzoso, l'orchestra delle Vereinigten Bühnen Wien, le capacità vocali degli attori, tutte cose che come sempre sono ottime. Ma la storia e la musica non riescono ad appassionarmi. Ce l'ho messa tutta, ero pronta ad innamorarmi di questo spettacolo: un compositore che mi piace, un argomento interessante che poteva essere sviluppato in tanti modi, e a garanzia del tutto proprio la qualità del teatro viennese.
E invece lo spettacolo mi sembra un pasticcio insipido che sfiora appena le varie sfaccettature del vero Rodolfo d'Asburgo, per concentrarsi solo sulla sua storia con Maria Vetsera (che, sia detto tra parentesi, la sottoscritta non approva. Principe o non principe, matrimonio d'amore o d'interesse, quando sei sposato non vai in giro a cercare altre donne). Lo spettacolo si trascina lento, senza che succeda niente di eclatante: sappiamo subito che Rudolf non approva la politica conservatrice di suo padre, che pubblica sotto pseudonimo libelli liberali e che è invischiato in una nuova alleanza per l'Europa. Eppure, per tutto il primo atto Rudolf non fa altro che parlare. Sarà anche "Zeit zu handeln", tempo di agire, ma tranne andare ad un ballo e pattinare con Maria Vetsera non fa altro... Tant'è che ancora dopo cinquanta minuti di spettacolo si chiede "Wann bin ich bereit, was ich bin zu sein"...
Anche nel secondo atto, prima che finalmente il nostro buon principe si decida a fare qualcosa ci vuole un sacco di tempo. Ha anche un intermezzo da Quasimodo-Rudolf, in cui dice che il mondo è cattivo, che lui non voleva essere un principe... Per carità!! Finalmente si decide (alla mezz'ora del secondo atto, "fängt mein Kampf nun mal endlich an"...), fa un bellissimo discorso che accende le folle ("Der Weg in der Zukunft", uno dei pochi pezzi che mi piacciono davvero)... E poi non succede più niente di nuovo! Tutto quello che fa Rudolf è firmare la benedetta pergamena con la Costituzione d'Europa e spararsi con Mary. Non c'è un motivo reale per cui i due si sparano! Anche se FJ ha scoperto il "complotto" del figlio e gli ha ordinato di mettere l'uniforme prussiana, non credo che questo costituisca un disonore tale da costringere un uomo al suicidio...
Trovo che anche la musica sia particolarmente insulsa. Sarò parziale, lo ammetto, ma il Dracula di Wildhorn è uno dei miei score preferiti. Mi piace molto Montecristo, mi piace Jekyll and Hyde... Insomma, conosco Wildhorn, i suoi punti di forza e le sue debolezze, ma Rudolf nell'insieme mi sembra poco riuscito. Le canzoni, prese singolarmente, non sono brutte, ma tutte insieme tendono troppo allo smielato e poco all'azione. "Marys Lied", "So viel mehr", "Vertrau in uns", "Die Liebe lenkt", "Kann ich einfach gehen"... Sono tutte canzoni d'amore lente e un po' noiose, che non portano avanti la storia. Invece, i miei pezzi preferiti sono quelli dove i personaggi mostrano un po' di carattere. Ad esempio mi piace molto la canzone di Stephanie, "Du bleibst bei mir!", anche se fa apparire la moglie di Rudolf come una donna fredda, attaccata solo al potere ("Ich bleib die Frau hier beim Thron... mir wird den Adel Europas als Kaiserin eheren"). Altri pezzi discreti sono "Zeit zu handeln", "Mut zur Tat" e "Die Weg in die Zukunft", ma soprattutto "Die Fäden in der Hand", che con il suo ritmo resta in mente già al primo ascolto.
Insomma, mi dispiace un sacco doverlo ammettere, ma credo di capire perché questo show abbia avuto poco successo... E così il nostro buon Frank si è giocato un altro musical...
Vedi? Forse abbiamo avuto due approcci diversi: io mi aspettavo una cosa brutta, e invece mi sono ricreduto. Tu attendevi il gran capolavoro, che in effetti non è.
RispondiEliminaAnche ieri sera, io e Beatrice ci siamo goduti i valzer, i balli e le canzoni più mielose di Rudolf in dvd; mia figlia a soli 2 e mezzo adora principi e principesse e allestimenti viennesi!
Franz
In questo mi sa che è simile a tante bambine di quell'età: la mia nipotina Ginevra, tre anni a giugno, gioca ad essere la principessa nel castello e adora tutto quello che è rosa... :-))
RispondiEliminaSe invece le piace anche il musical, ha proprio preso dal papà... :-D
Beatrice (a proposito, farà 3 anni in giugno pure lei!), ADORA tutto ciò che è musical-e; in questi giorni, oltre a Rudolf, fa continue scorpacciate del Pinocchio della Rancia (scena preferita: il teatro dei burattini e Mangiafuoco), sa già a memoria Mamma Mia! e sa persino che Raoul è un personaggio del Fantasma dell'Opera!
RispondiEliminaConcordo quasi del tutto (anche se, a conti fatti, Rudolf, così come Love Never Dies, continua ad essere una dei miei Guilty pleasures).
RispondiEliminaUn'occasione sprecata.
Il personaggio (che io personalmente adoro!) è tra i più affascinanti e complessi (proprio perché abbastanza ambiguo) della sua epoca (molto più di Elisabeth o Ludwig), la storia, seppur priva di grandi eventi esteriori, aveva tutte le potenzialità per diventare un grande spettacolo.
E invece il risultato, seppur piacevole, non esprime che una frazione del proprio potenziale.
Lo score secondo me (e qui devo darti torto) è assolutamente meraviglioso (uno tra i migliori di Wildhorn) ma già i testi dei brani sono abbastanza banali (sempre meglio di quelli del concept inglese, comunque) o inadatti ("Alles, was ich bin, verdank ich dir" da parte di un uomo che ha fallito nei suoi intenti e che sta per ammazzarsi, non è una dichiarazione d'amore molto efficace!). Il libretto, nel suo complesso, è poi soporifero.
Privo, come si è detto, di grandi eventi, lo spettacolo dovrebbe reggersi sulla figura di Rudolf (tantopiù in un musical che si chiama... Rudolf), che invece ne esce abbastanza bidimensionale (io l'ho sempre immaginato come un incrocio tra Amleto e Werther, con un tocco wagneriano, ma qui non ne vedo traccia), i personaggi secondari sono tagliati con l'accetta (Tauffe inutilmente perfido e viscido -magistralmente reso da Kroger, comunque), la povera Stephanie trasformata in una moglie antipatica e assetata di potere), l'unica a salvarsi è probabilmente Mary (anche grazie all'ottima Lisa Antoni) e tutto si concentra sull'inutile storia d'amore, fin troppo evidenziata (del resto fu evidenziata fin dall'inizio, dagli stessi Asburgo, per distogliere l'opinione pubblica da altre voci, vere o false che fossero, ben più pericolose legate alla morte del principe).
Il fatto che Rudolf "non faccia nulla" potrebbe anche essere positivo, se adeguatamente sfruttato (la parabola di una personalità totalmente autodistruttiva, schiacciata e incapace di agire) e l'ambiguità delle ragioni del suicidio è (o meglio sarebbe dovuto essere) invece un grande punto di forza (quel profondo Todestrieb che ha caratterizzato tutta la sua vita -si, la sua! non quella di sua madre, mio caro Kunze!-, quasi in cerca di una "scusa" per farsi fuori).
Comunque parte della colpa va anche al troppo "pulitino e grazioso" allestimento viennese (se dai un'occhiata a quello ungherese, tutto ombre, fumo e romanticismo e caos, è già un'altra faccenda)
Per fortuna capisco molto poco il tedesco cantato, quindi mi godo la musica (meravigliosa) immaginando i testi e le situazioni che voglio io (ho anche un mio personale canovaccio di libretto in testa, con tanto di abbozzo di regia, che visualizzo mentalmente durante l'ascolto)
Enrico, ci ho riprovato ed ho ascoltato di nuovo tutto il cd di Rudolf. Niente, resto delle mie opinioni. Come dici giustamente tu, i personaggi sono bidimensionali, le liriche banali... E personalmente trovo anche che lo score non sia tra i più riusciti di Wildhorn, ma qui sono opinioni personali.
RispondiEliminaComunque sarei interessata ad approfondire la conoscenza della figura storica di Rudolf, ma è piuttosto difficile trovare buoni libri in italiano. Anzi, se avete suggerimenti... :-)