Oggi sono arrabbiata.
La mia partenza per Londra si avvicina (tra una settimana a quest'ora sarò già lì ), i biglietti di ogni genere sono fissati (non solo musical, ma anche una visita allo stadio di Wembley per Federico), l'albergo riconfermato, abbiamo addirittura già fatto il check in e abbiamo la carta d'imbarco prestampata (miracoli delle low cost.. ).
Ma... Ma ci mancava l'influenza suina, o, più correttamente, il virus H1N1 a rovinarci i preparativi. E' fastidioso parlare con colleghi, parenti e amici e sentirsi sempre dire " state attenti all'influenza", "guarite bene prima di rientrare a lavoro"... E' un assillo continuo, un assedio, aggravato da un collega che tende a drammatizzare qualsiasi cosa. A sentir lui quest'influenza farà milioni di morti, poi muterà e continuerà la sua opera di pulizia... E sinceramente, sentire per otto ore al giorno questi discorsi è veramente faticoso.
Comunque, io non ho paura, e non ho intenzione di rinunciare alla mia vacanza "in the city that doesn't sleep", una vacanza che aspetto con ansia da 11 anni, da quando sono tornata dal mio primo viaggio a Londra. Certo, starò attenta a non prendere freddo, a non farmi starnutire in faccia... Ma anche se dovessi prendere un qualsiasi tipo di influenza, non ne farò un dramma... Andrò da un medico, mi farò prescrivere delle medicine, e questo è quanto.
Però questa benedetta influenza poteva aspettare ancora un mesetto prima di venire fuori, ecco!!
Martina, ti capisco. Io a suo tempo dovetti rinunciare per i paventati attentati terroristici, e non ho potuto niente contro moglie e suoceri.
RispondiEliminaComunque... portati una mascherina ;) e la città che "doesn't sleep"... è New York :) come canta la Minnelli...
Franz