lunedì 26 gennaio 2009

Ogni promessa è debito...

... quindi, con colpevole ritardo, ecco la recensione del Jesus Christ Superstar di RockOpera che ho visto il 3 gennaio al Saschall di Firenze.


L'ho già detto e lo ripeto: secondo me per certi versi il miglior Andrew Lloyd Webber è quello degli esordi, quello che insieme a Tim Rice scrive Jesus Christ Superstar e Evita. Phantom of the Opera, Sunset boulevard, Cats sono tutti capolavori, ma hanno meno forza innovativa, sono meno "di rottura" rispetto alle prime opere di Sir Andrew. Ecco perché torno sempre volentieri a vedere questi spettacoli.


Quello di Rockopera è un Jesus molto diverso da quello della Rancia che ho visto un paio d'anni fa al teatro Verdi. La differenza che più salta... "all'orecchio" è che questo è completamente cantato in inglese
con i sovratitoli. Pensavo che mi avrebbe dato un certo senso di straniamento vedere degli attori italiani cantare in inglese, mentre in realtà non ho avuto nessun tipo di problema... forse anche perché non c'è mai stato allontatamento dall'inglese: lo spettacolo è completamente cantato, quindi si comincia in inglese e in inglese si finisce.
Certo Jesus Christ Superstar non è uno spettacolo dispendioso, almeno a giudicare da set e costumi, tutti ridotti all'osso. Vestiti ampi e colorati, un po' zingareschi per l'ensemble, tunica e pantaloni bianchi per Jesus, stesso abbigliamento, ma in rosso scarlatto per Judas... E set praticamente inesistente.


Ma le economie della produzione non si sono estese a musicisti (band dal vivo!) e al cast, che era in ottima forma. Jesus (Stefano Pardini) inizialmente mi è sembrato un po' sfiatato, scaldandosi a poco a poco, dall'Hosanna in poi. Judas (Terry Horn) aveva la tonalità rock giusta per la parte, e ha interpretato il personaggio nel modo in cui piace a me, arrabbiato al punto giusto ma anche dolente per quello che si sente chiamato a fare, per la strada che hanno preso le cose.
Sono rimasta piacevolmente stupita da Maria Maddalena, Elena Nieri, perfettamente a suo agio con l'inglese e con tutto lo score. E' stata una Maddalena preoccupata del benessere di quello che considera il suo uomo, sollecita e innamorata.
Anche i personaggi minori (Pietro, Simone Zelota, Pilato...) hanno offerto prestazioni più che convincenti. Inoltre, più di una volta sono stata colpita da tutto l'ensemble, che sprizzava energia e vitalità.
Una nota a parte la merita Erode, Lorenzo Di Pietro. Non amo particolarmente "King Herod's song", con quel ritmo un po' swing, quei costumi spesso pacchiani alla Elvis. Ma comunque, pur rimanendo un intermezzo comico, mi è sembrato un po' meno estremo di altre volte. E tutto ciò nonostante l'attore si sia prodigato in un intermezzo comico all'interno dell'intermezzo comico: ad un certo punto della canzone è andato ad indossare un mantello ed è tornato in scena cantando in falsetto "I feel pretty".


La produzione ha fatto altre scelte registiche diverse dal solito: personalmente ho trovato un po' fuori luogo le ballerine classiche in alcuni numeri ("Pilate's dream", "The temple"), mentre era azzeccato il coro di bambini tutti in bianco per Hosanna.
Diversa e particolare anche la scena della morte di Giuda: le ballerine classiche lo avvolgono con dei lunghi pezzi di tulle nero, che ricordano un po' un sudario, fino a quando il poveretto non è altro che una larva di cotone nero (avete mai visto "Il signore degli anelli"? Avete presente come viene ridotto Frodo dal ragno Shelob? Ecco, quella è l'immagine che mi è saltata in testa... ).


Riassumendo, lo spettacolo è "il più grande musical di tutti i tempi", il cast è buono, le idee originali... Che aspettate per andare a vederlo??  

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