Se
già non è frequente che uno spettacolo raggiunga i 25 anni di
rappresentazioni, il fatto che due show nell'arco di un anno
raggiungano questo ragguardevole traguardo dev'essere più unico che
raro in tutti i tipi di teatro.
Eppure,
un anno dopo il maestoso 25th
Anniversary Concert dei “Les Miserables”, è tempo anche per Sir
Lloyd Webber di festeggiare il quarto di secolo del suo show più
celebre, “The Phantom of the Opera”. La versione “concerto“
di questo show è andata in scena alla Royal Albert Hall nell'ottobre
del 2011 e si è trattato di un evento sicuramente molto curato e ben
fatto, anche se forse non è stato epico come ci si sarebbe potuti
aspettare da un venticinquesimo anniversario.
Rispetto
al già citato concerto de “Les Miserables”, questo è molto più
spettacolo e molto meno concerto. I set non sono completi, ma
sfruttando gli oggetti di scena e le proiezioni su maxischermi
vengono ricreate diverse ambientazioni e diversi momenti. C'è
persino il lago sotterraneo con la barca che lo solca e i candelabri
che si alzano dall'acqua, e il rifugio del Fantasma è degno di
qualsiasi palco stabile, altro che concerto!
I
costumi sono quelli originali disegnati da Maria Bjornson, ed è
bello poterli vedere da vicino con tutte le loro rouches e i loro
ricami dettagliatissimi.
Il
cast è giovane ma già di esperienza: sia Sierra Boggess che Ramin
Karirmloo hanno già interpretato Christine e il Fantasma sia nella
sua versione originale che nel sequel “Love never dies”.
Ramin
Karimloo ha una voce calda e potente, veramente adatta al ruolo. Il
suo Fantasma è talvolta insicuro, come in “Music of the night”,
dove rifugge dal contatto fisico con Christine, che invece in quel
momento lo cerca, ma sa anche essere dominante quando si trova nel
suo ruolo principe, quello di Angel of music (“The Mirror” e la
già citata “Wandering child”).
Non
mi convince del tutto la lettura data dal regista di Raoul (Hadley
Fraser) che mi sembra troppo ruvido e poco tenero con Christine. A
questo proposito, la scena di “Why have you brought me here” è
esemplificativa. Christine fugge spaventata dal palco dell'opera
portandosi dietro il suo amato, la persona che dovrebbe esserle più
vicina di tutti... E invece Raoul sembra scocciato da questo
contrattempo e quasi convinto che veramente Christine sia impazzita.
Se la cava meglio in “All I ask of you”, ma torna freddo e
scocciato in “Notes – Twisted ev'ry way”...
Ed
infine Sierra Boggess. Sierra è una Christine splendida, sia
fisicamente (cosa che secondo me non guasta), sia dal punto di vista
attoriale. Disegna chiaramente l'arco delle emozioni del personaggio,
dal primo trionfo in “Think of me”, dove sembra che stare sul
palco sia la cosa che la rende più felice al mondo, alla
fascinazione con il Fantasma in “Music of the Night” alla paura
in “Why have you brought me here”. E poi ancora, è toccante in
“Whishing you were somehow here again” e “Wandering child”,
dove in un momento di debolezza è pronta a tornare sotto l'ala
protettiva del Fantasma, ma torna seducente in “Point of no return”
per dimostrare poi il suo carattere nella scena finale.
Questa
Christine non odia mai il Fantasma, anzi in diversi momenti prova
compassione per lui (come in “Stranger than you dreamt it”, ma
anche durante la scena finale). L'unica cosa che non mi convince in
questa interpretazione è la parte finale della scena finale (sorry),
quando Christine torna nel sotterraneo per restituire l'anello al
Fantasma. A questo punto è ovvio che Christine provi tristezza e
sia dispiaciuta, ma Sierra versa calde lacrime e sembra non voler
lasciare Erik, anzi... Sembra quasi che canti l'ultima strofa di “All
I ask of you” più per il Fantasma che non per il fidanzato.
Personalmente,
nel comportamento brusco di Raoul e in questa Christine così legata
al Fantasma io vedo incombere “Love never dies”. Vengono fatte
piccole modifiche che non alterano la storia, ma che cambiano la
percezione dei personaggi. Raoul non è più il classico cavaliere
con il cavallo bianco, ma anzi è visto come una scelta non così
azzeccata per Christine, mentre si intravedono dei sentimenti più
profondi per il Fantasma. O forse sono io che sono ossessionata da
quel pasticcio di sequel che non riesco neanche a godermi uno show
come questo in pace... :-PP
Il
resto del cast è tutto più che buono: Carlotta e i manager
forniscono i necessari intermezzi comici, e Madame Giry è ambigua al
punto giusto, tanto da far dubitare da che parte sta.
Come
sempre in queste celebrazioni, alla fine della rappresentazione
vengono introdotti alcuni protagonisti storici dello spettacolo. In
questo caso arrivano Colm Wilkinson (Fantasma originale in Canada),
Anthony Warlow (Fantasma in Australia), John Owen Jones (il Fantasma
con il maggior numero di show a Londra) e Peter Joback, attuale
Fantasma londinese. A loro si unisce la Musa di Andrew Lloyd Webber,
Sarah Brightman in persona, e i cinque (o meglio i sei, visto che
Ramin si unisce a loro) intonano “Phantom of the Opera” e poi
“Music of the night”. E' presente tutta la compagnia Londinese
originale, tra cui anche Michael Crawford, che sembra
emozionatissimo, ma che non apre mai bocca. Peccato, sarebbe stato
bello risentirlo a tanti anni di distanza nel ruolo che per primo gli
dette la fama. Non resta che aspettare il 30. anniversario per vedere
cosa succederà. :-)